Gran finale per la vacanza in val di Fassa: oggi ci aspetta l'anello attorno al gruppo del Sassolungo-Sassopiatto. Un'escursione che parte e arriva al passo Sella.
01-Il Sassolungo e la Città dei sassi
02-Rado bosco di larici e cembri
Da Soraga risaliamo la val di Fassa e poi su verso il passo Sella a 2160 m. Ormai a settembre le giornate pur serene, sono freddine a questa quota soprattutto alla partenza prima di riscaldarsi con il movimento. Si parte attraversando la zona a est del Sassolungo, disseminata dai resti di una antica frana. E' stata chiamata in maniera suggestiva Città dei Sassi. Un'altra frana, stavolta alle pendici del Latemar, è percorsa da un sentiero che prende il nome di
Labirinto del Latemar. Il sentiero si destreggia quasi in quota fino al rifugio Comici tra larici, cembri e, appunto, sassi, che qui in dolomiti non mancano davvero.
03-Ai piedi del Sassolungo
04-Panorama dal rifugio Comici
Dal rifugio iniziamo a percorrere il lato nord del massiccio. Accostandoci alle pareti ancora in ombra, notiamo alcuni nevai residui, ben protetti dal caldo degli scorsi mesi. Una neve dura e sporca di detriti che ormai sopravviverà fino al prossimo anno.
05-Anfratto alla base del Sassolungo
06-Alla base delle pareti ancora in ombra
07-Sulla cengia alla base del Sassolungo
08-Nevaio residuo sul versante nord del Sassolungo
Il sentiero corre ora su cengia, prossimo alle pareti. E' il tratto forse più dolomitico dell'intero anello ed è anche il punto meno frequentato. L'aggiramento del massiccio procede e ora siamo diretti verso la rientranza superiore del "cuore" che stiamo disegnando sul terreno. Una luce radente arriva dal vallone del rifugio Vicenza, via principale di accesso al gruppo del Sassolungo e ai suoi sentieri.
09-Il sentiero si snoda proprio sotto le pareti del Sassolungo
10-Il caratteristico profilo dello Sciliar
A questo punto sono parecchi i turisti che si incontrano. Una famigliola di lingua tedesca con tre bambini piccoli si avvia verso il rifugio Vicenza mentre noi ci innestiamo sul segnavia 527. I sorbi degli uccellatori mostrano i loro grappoli di bacche rosse ed invitano a una sosta fotografica, e perchè no anche per uno spuntino. La giornata frizzante mette appetito.
11-All'intersezione col sentiero per il rifugio Vicenza
12-La valle di Dantersass
13-Il Gran Campanile del Sassolungo dal sentiero 527
14-Sorbo in aspetto autunnale
Oltre i prati dell'Alpe di Siusi si delinea il caratteristico profilo dello Sciliar. Dapprima su comoda pista e quindi per sentiero si perviene al rifugio Sassopiatto (m 2300) sul versante ovest del massiccio. Si percepisce la vicinanza dei rifugi per la quantità di escursionisti che si concentra nei dintorni, qui attorno è veramente affollato. Una sosta per il caffè e poi via sul sentiero Federico Augusto verso il passo Sella per la parte conclusiva del nostro itinerario. Lo abbiamo già percorso anni fa di ritorno dal Sassopiatto e sappiamo benissimo cosa ci aspetta. Un comodo sentiero quasi in quota, con vista meravigliosa sulle Dolomiti attorno. Fatica zero. Bello.
15-Cembri e radi larici alla base del Sassopiatto
16-Verso il rifugio Sassopiatto
17-I Denti di Terrarossa dal rifugio Sassopiatto
18-Tra i cembri spunta il profilo della Marmolada
Ma... se fino ad ora abbiamo incontrato pochi escursionisti, dal rifugio Sassopiatto al passo incontreremo, supereremo e ci accoderemo (non riuscendo sempre a operare strategici sorpassi) a centinaia di persone, non esagero. Famiglie con bambini, cani piccoli al guinzaglio, cani grandi senza guinzaglio, persone che richiamano il cane raccomandando (al cane) di seguire il sentiero, cappelli da cowboy, sagome nordiche smilze e alte, sagome nordiche grosse e tozze, con zainetti da scuola, senza zaini, con zaini enormi, neonati e ultranovantenni, pelli abbrustolite, signore che profumano, signori col sigaro.
19-Luci pomeridiane sul gruppo del Sassolungo
20-I grandi macigni della Città dei sassi con l'ovovia
Una cosa però non riuscirò mai a spiegarmi: ma come fa Ivo a fare tutti gli scatti che ha fatto senza mai riprendere un turista e senza adoperare Photoshop?