Avvicinamento
Da Tarvisio imboccare la strada che esce in direzione del valico con la Slovenia. Senza raggiungerlo, all’altezza di Fusine, prendere la deviazione a destra risalendo la strada asfaltata che porta verso i
laghi (transito a pedaggio nel periodo estivo). Raggiunto il
Lago inferiore, situato nella splendida conca di Fusine, si lascia la vettura in corrispondenza del bar Edelweiss (m 926, parcheggio lungo la strada).
Descrizione
L’escursione ha inizio ritornando sui propri passi per circa trecento metri fino ad individuare sulla destra un cartello CAI che indica il punto di partenza (segnavia n.512). Si prende a salire all’interno di un fitto bosco composto essenzialmente da
abete rosso,
abete bianco e
faggio, ravvivato a luglio dal
ciclamino e dalla
campanula selvatica. Con alcune serpentine si guadagna una dorsale ancora immersa nella vegetazione lungo la quale si prosegue piacevolmente in costante salita. Con una decisa ansa il sentiero raggiunge il crinale del
monte Svabezza sul quale si apre una prima schiarita. Conviene tuttavia percorrere ancora pochi metri e raggiungere il piccolo ripiano che costituisce la cima del
monte Svabezza (m 1284). Qui la vegetazione si dirada ed offre già una
splendida vista sulla conca di Fusine e sui monti che la racchiudono.
Si prosegue a salire lungo la dorsale con una serie di svolte regolari nuovamente all’interno di un bosco che va arricchendosi sempre più di conifere. A quota 1640 circa il sentiero prende a traversare le pendici occidentali della Ponza piccola tra
mughi e radi
larici. In questo tratto fioriscono l’
eufrasia alpina, il
rododendro irsuto e la
parnassia mentre numerosi esemplari di
euriale volano sulle
scabiose. Ben presto si raggiunge il punto più impegnativo: un canale detritico e dirupato nella parte alta del Rio della Forcella. Cavi fissi e rinforzi in legno consentono di superare la rientranza lungo una cengia comoda ma un poco esposta. Oltre questo punto si è ad un
panoramico spallone con piccola panchina, punto ideale per una breve sosta ad ammirare la vicina cupola del Mangart. La visuale infatti abbraccia l'arco montuoso che dalla Veunza prosegue verso ovest in una sequenza di severe pareti interrotte solo dal verde pendio inclinato del Traunik. Si cala ora brevemente tra i baranci per riprendere poi a traversare a mezza costa raggiungendo una conca immersa nel bosco di
larici. Una piccola deviazione di pochi metri sulla sinistra ci consente di visitare la
capanna Ponza (m 1657), situata in posizione fiabesca ma adibita al solo uso forestale. Risulta aperto il piano superiore, raggiungibile dall'esterno mediante una vecchia scala a pioli.
Prima di proseguire è assai consigliabile intraprendere la breve deviazione che porta a raggiungere l’intaglio della
Porticina lungo la linea di confine con la Slovenia. Quindi, riguadagnato il sentiero, si seguono le indicazioni su un sasso (Porticina) e si imbocca una bella mulattiera che costeggia il greto di un torrente. Poco dopo lo si attraversa su un ponticello in legno poi si prosegue a piccole svolte su tracciato ampio e ben gradinato anche se la pendenza è maggiore di quella incontrata finora. Più in alto la mulattiera esce dal bosco ritrovandosi ai piedi del pendio che scende dalla forcella. E’ questo un ambiente caratterizzato dalla presenza di bassi arbusti e praterie a zolle discontinue dove è possibile osservare il
marasso palustre e la
boloria, una piccola farfalla che frequenta le paterie alpine ed i pendii erbosi oltre il limite della vegetazione. Con un ampio tornante la mulattiera si porta sotto la linea di cresta dove si perde tra i detriti a pochi metri dalla
Porticina (m 1844). Gli intagli sono in realtà due, entrambi piuttosto stretti, e consentono di affacciarsi sulla sottostante val Planica in territorio sloveno. Osservando con attenzione nelle fessure delle rocce si potrà individuare tra luglio ed agosto qualche esemplare della rara
campanula di Zois. Poco prima della forcella una traccia poco evidente consente di salire sulla
Ponza Piccola tra mughi e roccette.
Ridiscesi nuovamente al segnavia n.512, si cala su comodo sentiero pervenendo ben presto ad un aereo belvedere affacciato sul dirupo che guarda la conca dei laghi. Rientrati nel bosco si prosegue in discesa fino a raggiungere lo spiazzo su cui sorge il nuovo
rifugio Zacchi (m 1380) ricostruito e riaperto al pubblico nell'estate del 2008. Da qui, volendo abbreviare l'itinerario, è possibile scendere direttamente al
lago superiore lungo lo stesso segnavia CAI n.512
Avendo del tempo a disposizione si consiglia invece di completare l’anello visitando il suggestivo ambiente dell’Alpe Vecchia. Dal ripiano, quindi, si scende lungo la carrareccia di servizio ma la si abbandona quasi subito per deviare a sinistra sul segnavia CAI n.513 che rientra nella
faggeta. Al bivio che segue a breve, lasciare a sinistra la traccia per la cima Strugova e proseguire diritti raggiungendo l’ondulato pianoro dell'Alpe Vecchia ai piedi delle maestose pareti della Veunza e del Piccolo Mangart di Coritenza. L'ambiente qui è caratterizzato da distese prative punteggiate da bassi arbusti,
mughi e qualche
larice. Si lascia a sinistra anche il bivio per la Via della Vita, raggiungendo poi una bella radura tra gli abeti dove si stacca, ancora a sinistra, il segnavia CAI n.517 per il bivacco Nogara. Noi invece proseguiamo in direzione nord concludendo l’ampio arco disegnato alla testata della valle. Il sentiero rientra nuovamente nel bosco e poi prende a calare con maggior decisione lungo un tratto piuttosto malagevole per la presenza di rocce umide e sassi. Raggiunto il pascolo dell'Alpe Tamer ci si immette nella pista che riporta al
Lago superiore dal quale sarà necessario percorre ancora circa un chilometro di strada asfaltata per riguadagnare il punto di partenza.
Variante alla Ponza Piccola
Pochi metri sotto la
Porticina prima che inizi il tratto disagevole, una freccia a sinistra (per chi sale) segna l'attacco del sentierino, tutto bollato in rosso, che porta alla
Ponza Piccola (scritta su roccia). Si taglia in diagonale il versante roccioso (proprio sotto la formazione a uovo) ricoperto da
mughi fino ad uno spigolo. Lo si oltrepassa calando poi nel solco di un canale detritico che si inizia a risalire sulla destra sfruttando terreno più stabile. A metà circa del canale lo si attraversa (bolli e ometti) e si riprende a salire sul lato sinistro tra mughi e piccoli fazzoletti erbosi. Si guadagna così una selletta verde da dove si stacca a sinistra il breve tratto sommitale. Su una traccia ben aperta tra i mughi, aiutandosi con le ramaglie, si perviene in breve alla piccolissima vetta della
Ponza Piccola, in parte rocciosa e in parte ricoperta dai
mughi, la più elevata della cresta baranciosa che si allontana verso ovest. Ottimo panorama sul
Mangart e sulle montagne della conca dei
laghi di Fusine, oltre che sul valico della
Porticina.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri del Bosco