Avvicinamento
Per imboccare la rotabile della
Val Settimana si risale lungamente la val Cellina da Montereale a Barcis ed oltre fino al ponte sul torrente Cimoliana poco prima di Cimolais. Qui si devia a destra in direzione di Claut ma senza raggiungere l'abitato si imbocca, sulla sinistra, la strada che si inoltra nella
Val Settimana seguendo le indicazioni per il
rifugio Pussa. La strada per gran parte sterrata, dopo un lungo tragitto di circa 14 km si esaurisce alla testata della valle dove è possibile parcheggiare (m 920, ampio spiazzo, informarsi sulla percorribilità).
Descrizione
Raggiunto in pochi minuti il vicino
rifugio Pussa, l'escursione ha inizio lungo il segnavia CAI n.364 per
forcella Lareseit (cartello). Ci si innalza con una diagonale nel bosco sopra il rifugio andando ben presto ad imboccare il vallone del rio Stuet, dove il sentiero corre a mezza costa alto sul greto del torrente, percorrendo un tratto quasi in falsopiano. Lasciata a sinistra la diramazione per
casera Col de Post, si prosegue lungo il segnavia principale incontrando un primo greto che si attraversa facilmente. Dopo il successivo traverso si incontra un secondo impluvio, un poco più ampio, che ha richiesto qualche rinforzo in legno. Oltre questo il sentiero si inoltra ancora nel vallone poi con un deciso cambio di direzione si porta sul costone che delimita la valle Libertan all’interno di un bel bosco di
faggio e
abete bianco. Il sentiero prosegue ora con andamento abbastanza inconsueto, compiendo ampie svolte dalla pendenza assai modesta che ci portano ad intersecare numerose volte i piccoli greti che solcano il bosco. A quota 1500 circa si raggiunge una zona più aperta tra
larici e bassi cespugli dove il sentiero si fa meno evidente. Facendo attenzione ad una vistosa segnalazione si traversa ancora per un tratto poi il sentiero si impenna decisamente lungo le pendici della Cima di Podinuz raggiungendo un costone con bella visuale sulla dorsale delle Sarodine. Ancora una breve salita tra
mughi e
larici, qualche saliscendi e si raggiunge il tormentato crinale di
forcella Lareseit (m 1755) dove è facile sorprendere i
camosci. Lasciata a destra la traccia che scende verso la valle dell’Orso (cartello), si percorre piacevolmente il primo tratto del crinale tra cespugli di
ginestra e
rododendro irsuto. Una brusca interruzione obbliga a scendere ripidamente sulla destra fino ad un intaglio. Riguadagnato uno sperone roccioso, si aggira, aiutandosi con i mughi, un breve tratto franato dal quale il sentiero cala nuovamente per assecondare una costola rocciosa. Infine, tagliando un ripido pendio su una esile traccia aperta tra baranci e gradoni erbosi, ci si innesta sul segnavia CAI n.373 che proviene da destra (cartello). Tramite questo si risale verso la
Cima Camosci sfiorandone la
panoramica vetta (m 1806) ed affacciandosi sulla lunga dorsale che ci attende.
Sulla direttiva indicata da alcuni paletti ci si abbassa verso il
passo Lareseit dove fiorisce a luglio il
giglio dorato. Successivamente si riprende quota iniziando a traversare le pendici meridionali della Cima di Chiavalli su una traccia ricavata tra i mughi. Ginestre e zolle erbose riducono spesso il tracciato utile costringendo il piede a poggiare su terreno inclinato e malagevole. Aggirata la quota principale il sentiero si accosta al
passo di Chiavalli, coincidendo per un buon tratto con il crinale. E’ questo uno dei punti più panoramici della traversata in quanto la
visuale si apre a tutta la zona montuosa di Forni di Sotto spingendosi fino alle lontane Tre Cime di Lavaredo. Da qui il sentiero inizia a perdere quota lungo le pendici della Cima delle Sarodine poi con qualche ulteriore saliscendi si porta a ridosso della omonima forcella. Tralasciato a sinistra il bivio con il segnavia CAI n.387 (dismesso) si perviene dopo una breve risalita al piccolo intaglio di
forcella delle Sarodine. Posto a 1810 m di quota, questo solitario valico tra la val di Rua e la
Val Settimana è affacciato su una estesa conca detritica.
Su un buon sentiero recentemente consolidato, dalla forcella si traversa il ripido ghiaione che scende dalle pendici settentrionali del monte Rua. Successivamente, con una breve contropendenza, si guadagna un costone affacciato sulla testata della val di Rua e sul
passo di Suola. Si perde nuovamente quota scendendo nel catino erboso sottostante dove ci si innesta sul segnavia CAI n.368 che proviene da destra. Con una serie di svolte lungo praterie ricoperte dal
ranuncolo alpestre il sentiero raggiunge anche la
ampia insellatura del
passo di Suola (m 1994) dove spesso pascolano gli
stambecchi. Seguendo le indicazioni per
forcella Rua Alta si prende a sinistra (cartello), percorrendo un primo tratto in comune con il
sentiero Barini. Alle diramazioni successive (cartelli) ci si tiene sempre a sinistra traversando verso la base delle pareti. Ben presto il sentiero si impenna lungo un pendio friabile colonizzato dal
papavero giallo e faticosamente raggiunge un pulpito roccioso. Da qui si prosegue lungo una cengia a ridosso di pareti aggettanti sulle quali fiorisce numeroso il
raponzolo di roccia. Ancora una breve risalita e si raggiunge il punto più alto dell’escursione in corrispondenza di
forcella Rua Alta (m 2144), affacciata sulla conca di
casera Pramaggiore. Dalla forcella si traversa lungo una buona traccia per andare ad intersecare il sentiero che punta in basso verso il grande pianoro sottostante. Si scende su terreno ripido ma facile perdendo rapidamente quota dapprima per balze erbose poi intersecando alcuni rivoli ghiaiosi. Infine per prati si raggiunge il fondo della
conca, pochi metri sopra il piccolo ricovero di
casera Pramaggiore (m 1812). Il ricovero è un piccolo ed accogliente edificio costruito sui resti della vecchia casera Pramaggiore che consente anche il pernottamento ad un limitato gruppo di persone. Oltrepassato l’orlo inferiore del grande catino si attraversa una conca disseminata di
larici e bassi
mughi. Percorsa una ampia ansa su terreno più ripido, si cala ad attraversare il piccolo alveo del torrente Ciol de Pes su una passerella in legno. La discesa prosegue poi lungo un costone boscato a
faggio e
abete rosso che si esaurisce sul greto del torrente che solca la valle delle Merie. Dopo la inevitabile ma breve risalita, si lascia a sinistra il bivio per la
casera Col de Post e si percorre l’aerea mulattiera che traversa alta sopra il vallone. Ancora una serie di tornanti lungo la Costa da Nada e si arriva alla rotabile della
Val Settimana nei pressi di una bella cascata. Non resta che seguire la strada a sinistra per circa un km fino a ricongiungersi con il parcheggio di fondovalle.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri del Vento