Avvicinamento
Da Tolmezzo si risale il corso del fiume Tagliamento lungo la statale n.52 giungendo ad Ampezzo dove si seguono le indicazioni per Sauris. Dal centro di Sauris di Sopra si imbocca la stretta rotabile che scende a sinistra per attraversare i prati oltre le ultime case. Ai due successivi incroci ci si tiene prima a destra e poi a sinistra lasciando infine l’auto nel parcheggio della Richelan Haus (m 1286, ampio piazzale).
Descrizione
Dal parcheggio dobbiamo tornare indietro per pochi metri fino al bivio precedente e imboccare l’altro ramo della strada che scende verso il greto del Lumiei, ma è interdetta al traffico (segnavia CAI n.209). Il divieto di transito richiede questa perdita di quota iniziale lungo una stradicciola per gran parte asfaltata che può essere abbreviata deviando a sinistra in corrispondenza della prima baita. Dopo una serie di stretti e ripidi tornanti cementati, si giunge sulla pista sterrata che corre parallela al corso del Lumiei dove si piega a destra (ovest) seguendo le indicazioni per
casera Giaveada (cartello percorso L1). La strada asseconda alcune anse e quindi attraversa il greto principale iniziando a risalire sull’altro versante. In breve si giunge ad un bivio dove si lascia a destra la pista che sale a
casera Mediana (segnavia CAI n.209, vedi variante). Si risale per un breve tratto il corso del rio Auempoch fin dove la strada si esaurisce in corrispondenza di alcune opere di presa. Seguendo le segnalazioni del sentiero CAI n.234, si guada anche questo rio e si entra nel bosco andando progressivamente ad imboccare il vallone del rio Bosclaf. Usciti su terreno più aperto, la valle si restringe ed il sentiero viene a coincidere con il greto sul quale saranno necessari un paio di facili attraversamenti. Più avanti si prosegue sulla destra, lungo il cordolo detritico che delimita il greto, su terreno pietroso ma privo di difficoltà, dove solo i
salici arbustivi riescono ad attecchire. Utilizzando un lembo consolidato dai
mughi, la traccia migliora ed attraversa una ultima volta il greto, ormai privo d’acqua. Il sentiero inizia ora a salire decisamente sul fianco sinistro della valle compiendo piccole svolte tra
mughi e
larici isolati. Un impluvio eroso e friabile (precario spezzone di cavo) richiede attenzione ma subito dopo il sentiero riprende ben marcato. A quota 1600 circa si raggiunge il crinale che separa il vallone del rio Bosclaf da quello del rio Chiaranda. Con percorso piacevole, in leggera discesa, ci si accosta al greto di quest’ultimo e lo si attraversa. Successivamente, con pendenza modesta, si raggiunge l’esteso pascolo di
casera Giaveada invaso dalle
romici ed infine l’
edificio principale con le stalle (m 1684). La casera è stata recentemente ristrutturata ma è risultata sempre chiusa durante le nostre visite mentre è in via di realizzazione un piccolo ricovero ricavato da un vano nelle stalle.
Si sale a monte della casera incontrando subito un bivio con cartello dove si tralascia il segnavia principale che prosegue verso
passo Zauf per prendere a destra in direzione del
Pian delle Streghe (segnavia CAI n.234a). Seguendo il corso del rio Chiaranda si risale il vallone tra qualche schianto lungo un tracciato marcato dal calpestio dei bovini. La flora di luglio è quella tipica dei pascoli alpini con le fioriture di
ormino, la
crepide, la
campanula barbata ed il
trifoglio bruno mentre la componente arbustiva è formata dall’
ontano e dal
rododendro ferrugineo e dai mirtilli. Usciti su terreno più aperto si piega a destra risalendo a fianco di una costa erbosa con
larici. Seguendo i segnavia e qualche paletto ben collocato si raggiunge l’orlo del grande catino detritico compreso tra la cresta del monte Zauf e le pendici del
monte Bivera in un ambiente di grande bellezza ed integrità. Dopo avere attraversato una lingua ghiaiosa colonizzata dal
papavero giallo, dalla
statice montana e dalla
tofieldia, il sentiero concede un ultimo breve traverso prima dello strappo finale. Seguendo i segnavia, infatti, si prende a salire con decisione tra zolle erbose discontinue sulle quali crescono la
potentilla rosea e la rara
valeriana nana. Avvicinandosi alla cresta la pendenza si fa sempre più marcata ma non vi sono difficoltà particolari e con un breve traverso si guadagna la forcellina di quota 2232,
affacciata su una conca ghiaiosa. Seguendo le segnalazioni ci si tiene a destra mirando ad una successiva costa dalla quale finalmente possiamo osservare il
Pian delle Streghe, insolito pianoro inclinato abitato dalla
pernice bianca e punteggiato da splendidi cuscinetti di
genziana di Baviera e
silene acaule. Il sentiero conduce ora a traversare verso nord, tenendosi poco sotto il filo del crinale che si può seguire anche direttamente per non perdere alcune
magnifiche visuali sulla conca sottostante e sul lago di Sauris, fino a guadagnare la quota 2246. (buon punto di sosta, magnifica visuale sulle stratificazioni rocciose del monte Bivera). Per il ritorno si utilizzerà il medesimo itinerario dell’andata.
Variante ad anello per forcella Bivera (E)
Volendo ampliare sensibilmente l’escursione è possibile prevedere un rientro ad anello passando per
forcella Bivera e casera Chiansaveit. In questo caso dal filo del crinale si perde quota rapidamente in un caratteristico ambiente fatto di dossi e doline erbose nelle quali cresce il
cardo spinoso. Giunti in prossimità del punto più basso, senza bisogno di scendere ad un evidente pianoro verde, si taglia a destra immettendosi nel segnavia CAI n.212 che proviene da Forni di Sotto. Si risale faticosamente per tracce fino alla base di una fascia rocciosa, poi evidenti frecce indicano di piegare a sinistra. Dapprima rasentando le rocce poi traversando le ghiaie in diagonale, ci si porta sotto sotto
forcella Bivera, alla quale si giunge con un ultima ripida risalita (m 2330). Dalla forcella si scende nel versante opposto su sentiero inizialmente malagevole e detritico. Con un traverso a sinistra ci si porta alla sommità del grande circo ghiaioso che scende dalla forcella dove si offrono due possibilità. Si può continuare sul sentiero che contorna il ghiaione a sinistra, comunemente usato per la salita, oppure si può calare direttamente lungo evidenti tracce su ghiaie mobili franando giù fino dove il terreno lo consente. Il luogo è inospitale ma non mancano le caratteristiche fioriture delle specie legate ai detriti calcarei quali il
papavero giallo, la
sassifraga setolosa e la
achillea a lobi acuti. Più sotto si piega a destra rasentando ancora le pareti del
monte Bivera fino nei pressi di un dosso erboso dove la traccia scende ancora raccordandosi con il segnavia principale. Si perde quota con una lunga serie di serpentine dapprima tra radi
larici poi lungo un costone boscato dove fiorisce la
lattuga alpina. Il sentiero piega definitivamente a sinistra e con un comodo traverso raggiunge il pianoro di
casera Chiansaveit (m 1698) da dove si prosegue per pista forestale con modesti saliscendi portandosi in vista di
casera Mediana. Mirando alla strada sottostante si cala direttamente per balze erbose lasciando la casera sulla sinistra. La nuova pista che abbiamo imboccato entra quasi subito nel bosco con un percorso piuttosto lineare, mantenendo inizialmente una pendenza modestissima. Giunti sul limitare di un grande circo franoso, la strada prende a scendere più decisamente ad ampi tornanti che è possibile evitare con una serie di scorciatoie. Si scende ancora lungamente fino a raccordarsi con il bivio incontrato in precedenza. Non resta ora che seguire il medesimo itinerario dell’andata anche se ci attende ancora una ultima fatica per risalire fino al punto in cui è stata parcheggiata l’auto.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri della Rupe