Avvicinamento
Dalla località di Sella Nevea, raggiungibile da Chiusaforte attraverso la statale n.13 Pontebbana, scendere verso Cave del Predil. Giunti alle prime case del paese si imbocca a sinistra via Cividale e la si risale brevemente parcheggiando nei pressi dell’asilo (m 934, segnavia CAI n.656). A Cave del Predil si può giungere anche da Tarvisio risalendo la Val Rio del Lago.
Descrizione
L’escursione ha inizio lungo una pista sterrata dal fondo un poco sconnesso che prende a salire con buona pendenza intersecando quasi subito la linea di uno skilift. Ad un tornante si lascia a sinistra il Sentiero del Lago (cartello) per proseguire lungo la strada che in breve attraversa anche la pista di discesa. Dopo poco si devia a sinistra traversando un greto rovinato oltre il quale si prosegue per una buona mulattiera di chiara origine militare. Con moderata pendenza ha inizio una diagonale nel bosco di
faggio che va progressivamente arricchendosi di conifere. Dopo avere oltrepassato uno spallone con panchina il sentiero si affianca ad un greto che ha parzialmente rovinato il tracciato. Si percorre quindi una fascia sgombra da vegetazione dove lo sguardo può finalmente spaziare verso le vette che circondano il
Lago di Raibl. Si rientra brevemente nel bosco, poi il sentiero esce tra i
mughi rasentando una fascia rocciosa che porta ad un progressivo restringimento del tracciato. Gli ultimi metri sono un poco esposti e friabili, ma senza particolari problemi si guadagna il
panoramico spallone all’imbocco del vallone del Rio della Malga (m 1325).
Dal piccolo belvedere il sentiero piega decisamente a destra entrando nel vallone. Su tracciato nuovamente agevole la mulattiera rientra nella
faggeta disegnando a quota 1500 circa una larga ansa. Grandi piante di
larice e la presenza sempre maggiore del
mugo ci introducono al solitario mondo alpestre delle Vette Scabre le cui cime emergono dalla vegetazione arborea. Su terreno via via più aperto il sentiero esce in vista del valloncello che scende dalla
forcella delle Cenge, ora ben visibile. Raggiunta la base del pendio si oltrepassa un rugo iniziando poi a salire con pendenza più marcata tra balze erbose consolidate dai
baranci. Ad ottobre le fioriture sono ormai scomparse e solo qualche
genzianella sfrangiata resiste ancora ai primi rigori del clima. Ci si sposta progressivamente sulla sinistra fin dove il costone erboso lascia il posto ad una fascia rocciosa sporca di fine detrito che va risalita seguendo i segnavia. Dopo un breve traverso ci si trova alla base di un canalino friabile che si supera utilizzando i ricomparsi
mughi. Ancora pochi metri di terreno detritico e ci si ritrova alla base del pendio erboso terminale, ripido ma ben consolidato. A strette svolte si raggiunge quindi lo stretto intaglio di
forcella delle Cenge (m 1820), affacciata su un incassato canale detritico. Insolita anche se limitata la visuale che si apre dalla forcella verso la
Vetta Bella e la parte alta del vallone di Rio Bianco con il
bivacco Gorizia. Sulla parete di destra bolli rossi ed una scritta indicano l’attacco della via di II grado alla Cima delle Cenge.
Per il ritorno si può utilizzare il medesimo itinerario oppure proseguire lungo il segnavia CAI n. 656 che si inerpica sulla sinistra (vedi variante) per poi scendere bruscamente nel vallone di Rio Bianco
Variante in discesa al ricovero Brunner (EE)
Dalla
forcella delle Cenge si accostano le rocce sulla sinistra risalendo un canalino ottimamente attrezzato con cavi e staffe che esce su un comodo ripiano. Anche se non si intende poi scendere verso il vallone di Riobianco conviene in ogni caso salire in cresta per la magnifica visuale che si apre da questo pulpito. Volendo invece proseguire si cala ripidamente tra i
mughi che ricoprono l’affilato crinale arrivando ben presto alla sommità di un canale erboso. Si scende lungo questo ma lo si abbandona presto per traversare a sinistra fino ad un costone di
mughi molto inclinato dove la traccia inizia a perdere quota in maniera decisa. Non ci sono particolari difficoltà se non l’esposizione e la ripidezza di alcuni punti. Più in basso un cavo passamano aiuta a scendere un tratto particolarmente acclive che termina a destra presso un canalino. Altre attrezzature facilitano la discesa di una facile placca rocciosa oltre la quale si raggiunge il fondo detritico dell’impluvio. Si scende lungo questo per qualche metro ma poi i segnavia ci guidano ad uscire sulla destra per assecondare una crestina con
mughi. Il sentiero si orienta progressivamente verso destra e, con strette svolte via via meno pendenti, va ad affiancarsi ad un greto secondario. Giunti nei pressi del fondovalle si oltrepassa il solco del Rio Bianco per poi risalire nel bosco fino a giungere al
bivacco Brunner (m 1432) dove ci si innesta a sinistra sul segnavia CAI n.625. Il ricovero è stato recentemente ristrutturato (per l'utilizzo rivolgersi alla sezione Cai di Tarvisio). Si cala a larghe anse nella
faggeta poi, riattraversato il greto principale, si guadagna definitivamente la sinistra orografica. Il sentiero incontra ancora il solco di alcuni greti secondari ed una zona di placche inclinate per terminare infine sulla strada asfaltata che risale la Val Rio del Lago. Non disponendo di una seconda auto presso lo sbocco del Rio Bianco, ci attendono circa 5 km di asfalto per ritornare al punto di partenza.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri della Memoria