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    Forcella delle Cenge da Cave del Predil
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SentieriNatura
I percorsi di SentieriNaturaM29

Forcella delle Cenge da Cave del Predil

Avvicinamento

Dalla località di Sella Nevea, raggiungibile da Chiusaforte attraverso la statale n.13 Pontebbana, scendere verso Cave del Predil. Giunti alle prime case del paese si imbocca a sinistra via Cividale e la si risale brevemente parcheggiando nei pressi dell’asilo (m 934, segnavia CAI n.656). A Cave del Predil si può giungere anche da Tarvisio risalendo la Val Rio del Lago.

Descrizione

L’escursione ha inizio lungo una pista sterrata dal fondo un poco sconnesso che prende a salire con buona pendenza intersecando quasi subito la linea di uno skilift. Ad un tornante si lascia a sinistra il Sentiero del Lago (cartello) per proseguire lungo la strada che in breve attraversa anche la pista di discesa. Dopo poco si devia a sinistra traversando un greto rovinato oltre il quale si prosegue per una buona mulattiera di chiara origine militare. Con moderata pendenza ha inizio una diagonale nel bosco di faggio che va progressivamente arricchendosi di conifere. Dopo avere oltrepassato uno spallone con panchina il sentiero si affianca ad un greto che ha parzialmente rovinato il tracciato. Si percorre quindi una fascia sgombra da vegetazione dove lo sguardo può finalmente spaziare verso le vette che circondano il Lago di Raibl. Si rientra brevemente nel bosco, poi il sentiero esce tra i mughi rasentando una fascia rocciosa che porta ad un progressivo restringimento del tracciato. Gli ultimi metri sono un poco esposti e friabili, ma senza particolari problemi si guadagna il panoramico spallone all’imbocco del vallone del Rio della Malga (m 1325).
Dal piccolo belvedere il sentiero piega decisamente a destra entrando nel vallone. Su tracciato nuovamente agevole la mulattiera rientra nella faggeta disegnando a quota 1500 circa una larga ansa. Grandi piante di larice e la presenza sempre maggiore del mugo ci introducono al solitario mondo alpestre delle Vette Scabre le cui cime emergono dalla vegetazione arborea. Su terreno via via più aperto il sentiero esce in vista del valloncello che scende dalla forcella delle Cenge, ora ben visibile. Raggiunta la base del pendio si oltrepassa un rugo iniziando poi a salire con pendenza più marcata tra balze erbose consolidate dai baranci. Ad ottobre le fioriture sono ormai scomparse e solo qualche genzianella sfrangiata resiste ancora ai primi rigori del clima. Ci si sposta progressivamente sulla sinistra fin dove il costone erboso lascia il posto ad una fascia rocciosa sporca di fine detrito che va risalita seguendo i segnavia. Dopo un breve traverso ci si trova alla base di un canalino friabile che si supera utilizzando i ricomparsi mughi. Ancora pochi metri di terreno detritico e ci si ritrova alla base del pendio erboso terminale, ripido ma ben consolidato. A strette svolte si raggiunge quindi lo stretto intaglio di forcella delle Cenge (m 1820), affacciata su un incassato canale detritico. Insolita anche se limitata la visuale che si apre dalla forcella verso la Vetta Bella e la parte alta del vallone di Rio Bianco con il bivacco Gorizia. Sulla parete di destra bolli rossi ed una scritta indicano l’attacco della via di II grado alla Cima delle Cenge. Per il ritorno si può utilizzare il medesimo itinerario oppure proseguire lungo il segnavia CAI n. 656 che si inerpica sulla sinistra (vedi variante) per poi scendere bruscamente nel vallone di Rio Bianco

Variante in discesa al ricovero Brunner (EE)

Dalla forcella delle Cenge si accostano le rocce sulla sinistra risalendo un canalino ottimamente attrezzato con cavi e staffe che esce su un comodo ripiano. Anche se non si intende poi scendere verso il vallone di Riobianco conviene in ogni caso salire in cresta per la magnifica visuale che si apre da questo pulpito. Volendo invece proseguire si cala ripidamente tra i mughi che ricoprono l’affilato crinale arrivando ben presto alla sommità di un canale erboso. Si scende lungo questo ma lo si abbandona presto per traversare a sinistra fino ad un costone di mughi molto inclinato dove la traccia inizia a perdere quota in maniera decisa. Non ci sono particolari difficoltà se non l’esposizione e la ripidezza di alcuni punti. Più in basso un cavo passamano aiuta a scendere un tratto particolarmente acclive che termina a destra presso un canalino. Altre attrezzature facilitano la discesa di una facile placca rocciosa oltre la quale si raggiunge il fondo detritico dell’impluvio. Si scende lungo questo per qualche metro ma poi i segnavia ci guidano ad uscire sulla destra per assecondare una crestina con mughi. Il sentiero si orienta progressivamente verso destra e, con strette svolte via via meno pendenti, va ad affiancarsi ad un greto secondario. Giunti nei pressi del fondovalle si oltrepassa il solco del Rio Bianco per poi risalire nel bosco fino a giungere al bivacco Brunner (m 1432) dove ci si innesta a sinistra sul segnavia CAI n.625. Il ricovero è stato recentemente ristrutturato (per l'utilizzo rivolgersi alla sezione Cai di Tarvisio). Si cala a larghe anse nella faggeta poi, riattraversato il greto principale, si guadagna definitivamente la sinistra orografica. Il sentiero incontra ancora il solco di alcuni greti secondari ed una zona di placche inclinate per terminare infine sulla strada asfaltata che risale la Val Rio del Lago. Non disponendo di una seconda auto presso lo sbocco del Rio Bianco, ci attendono circa 5 km di asfalto per ritornare al punto di partenza.

Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume I Sentieri della Memoria
Sentieri CAI
Escursione
Mese consigliato
Ottobre
Carta Tabacco
019
Dislivello
900
Lunghezza Km
7,6
Altitudine min
934
Altitudine max
1820
Tempi
Dati aggiornati al
2005
I vostri commenti
  • 19/09/2020 Oggi scelgo questa mèta dalla lista di quelle che, per un motivo o l'altro, ho sempre accantonato. Sul percorso non ho nulla da aggiungere a quanto riportato nei commenti precedenti. Semmai ne confermo l'attualità. Tuttora il 656 è dichiarato inagibile. Visto che fino alla F.lla delle Cenge non ho rilevato nulla di anomalo e neppure lungo il tratto di sentiero attrezzato che sale a sx della forcella ove son salito per apprezzare un più ampio panorama, come consigliato in M29 di SN, devo dedurre che l'inagibilità si riferisca al tratto che poi scende al Brunner. Comunque sia, escursione appagante con ottime viste sia verso il vallone con il Biv. Gorizia e vette circostanti che verso Mangart Jalovec. Fioriture ora limitate a belle genziane ciliate. Venticello frescotto lungo tutta la salita. Il silenzio di questi luoghi è messo a dura prova dal rumoreggiare continuo delle moto nella Val del Lago. Mandi e buine mont a duç. (19/09/20)
  • 01/08/2020 Saliti oggi alla Forcella delle Cenge come da descrizione di SN. Sul sito internet del CAI il segnavia 656 risulta inagibile con data 15/06/2020, confortati dal precedente commento abbiamo deciso di provare questa escursione. Sentiero in alcuni tratti piuttosto inerbito, presenza di alcuni schianti superabili senza grossi problemi. La parte alta del percorso, definita difficile nel cartello alla partenza, va affrontata con attenzione a causa del terreno friabile, serve piede fermo e in alcuni punti ci si deve aiutare con le mani.Itinerario da "sentieri selvaggi", poco frequentato (non abbiamo incontrato nessuno), ma che regala comunque bei panorami nella parte finale.
  • 23/06/2020 Escursione effettuata oggi in una giornata afosa. Sentiero in ordine, l’ultimo tratto necessita un po’ d’attenzione, spettacolare il paesaggio e le cime che si possono ammirare dalla forcella. Da qui, in mezzoretta , mio marito ha raggiunto anche la cima, troppo impegnativa per me, e ne è tornato entusiasta del panorama mozzafiato. Mandi a ducj
  • 18/10/2019 Solitaria nonostante la relativa vicinanza alla “civiltà”, ripida all’inizio e negli ultimi metri (da EE) prima della forcella, in autunno dà il massimo. Bella.Tutto come da relazione. Sentiero OK.
  • 02/08/2012 Forcella Cenge andata e ritorno per la stessa via, percorso di un afoso primo giorno di agosto. Facile individuare la “scuola d’infanzia” (così là sta scritto) e comodissimo parcheggio, alle 7 scomodo una famigliola di conigli del color dell’acciaio che comodamente riposa davanti all’attacco del sentiero 656, nella parte alta sentiero difficile (annotazione posta dal Cai); intanto vado poi si vedrà.I conigli corricchiano disordinati davanti a me fino a nascondersi sotto una catasta di legna, sentiero malagevole nel primissimo tratto fino ad incrociare la pista di discesa, poi assolutamente comodo e ben segnalato, incrocio formiche formato maxi intente ad accatastar provviste; sotto, in basso, mormorio di acque, è il rio del Lago che segnala la sua presenza. Tutto secondo la relazione, incrocio un greto rovinato, i due punti panoramici attrezzati con una panca su cui è sconsigliato il riposo, percorso fra ginestre e ciclamini, facile nel bosco e ovviamente privo grandi di panorami, in un paio di punti cui si scorge Cave e poi il suo verdissimo lago con l’isolotto alberato, le cinque Punte svettano, il Re domina, il Mangart sorveglia più discosto. All’uscita dal bosco mi rendo conto di quanto questo luogo sia appartato e credo anche poco frequentato, percorso per solitari, ai primi rododendri un viperesco soffio, piego a sinistra (una piccola sorgente gocciola: buona per dopo) e si materializza la mia meta. Piccole svolte su terreno friabile e zolle erbose, poi la fascia rocciosa, indispensabile seguire i segnavia, ma talvolta sono scomparsi con il sentiero inghiottito dalle frane; sulle sabbie conviene arrangiarsi come si può, allungare il collo per ritrovare oltre qualche traccia, farsi aiutare da San Mugo; poi, superati gli ostacoli, il sentiero sale nuovamente fra sassi e zolle. Alla forcella mi accoglie un leggero vento silenzioso e il panorama che piace a me: candidi catini ghiaiosi, impervi canaloni che rendono bene l’idea della forza della natura, il bivacco Cai Gorizia è solamente un puntino rosso là davanti, la Vetta Bella, la forcella del Vallone. Riprendo il sentiero Lozar, attenzione in discesa, preferisco affrontare un salto roccioso poco dignitosamente da seduta, e poi via veloce, la piccola sorgente offre acqua ghiacciatissima, dal lago giunge un vocio e grida, qualcuno fa il bagno. Nei pressi del parcheggio gli stessi conigli color acciaio, un albero con un vecchio lampadario azzurro appeso, un rettangolo cementato con cui Edi ricorda Kim e una data.Silenzio silenzio silenzio lungo tutto il tragitto e mi viene spontanea una considerazione: siamo in parecchi ad andar per monti, nel corso del centinaio di mie escursioni annue raramente incontro anima umana, ma dove saranno andati gli altri? Ci sono percorsi considerati più ambiti e quindi più gettonati? ….forse si
  • 12/10/2008 Ho fatto l'itinerario il 12/10/2008. I tratti boschivi sono molto facili, la parte impegnativa è solo il tratto finale per raggiungere la forcella. In quest'ultima parte fare attenzione ai bollini rossi: il sentiero corretto è segnato ogni pochi metri, deviando anche di poco (come è successo a me) si è costretti ad un arrampicata assai difficoltosa.Il rifugio Brunner, indicato nella variante, da cartina Tabacco 2006 risulta inagibile.
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    05/10/2009 Panoramica dalla Cima delle Cenge. . . bassa.michele@libero. ...
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