Avvicinamento
Percorrendo la strada statale n.52, dopo avere oltrepassato Forni di Sotto in direzione di Forni di Sopra, si giunge in località Sant’Antonio. Qui si stacca a destra una stradina asfaltata (indicazioni per
casera Costa Baton ) che si segue fino ad un bivio dove si lascia a destra la direzione principale per proseguire invece a sinistra, lungo una pista sterrata (segnavia CAI n.212). La si segue fin dove possibile cercando di parcheggiare nei pochi spiazzi a disposizione (m 915, loc. Cjaspaes).
Descrizione
Lasciata l’auto si prosegue lungo la pista che risale con una ripida rampa cementata verso gli ultimi stavoli. Poco prima del cancello ci si tiene a destra sulla linea di un muretto a secco che ci conduce in breve alla base di un pendio boscato diradato. Il segnavia CAI n.212 inizia ora ad innalzarsi a strette svolte con pendenza marcata nel bosco a prevalenza di
faggio e
abete rosso. Un breve tratto orizzontale concede una tregua, ma la salita riprende decisa sulla sinistra in diagonale, fino a sfiorare il greto di un piccolo impluvio. Da qui il sentiero si riporta verso destra affacciandosi sul vallone del rio Chiaradia e traversando per un tratto a mezza costa. A quota 1240 si interseca una larga mulattiera non segnata che taglia a destra in direzione della pista di servizio ai fienili Preson (vedi variante). La si ignora per continuare a salire nel bosco sulla direzione indicata dai segnavia lungo una ampia mulattiera. Con pendenza più gradevole si attraversa ora una zona caratterizzata dalla presenza di grandi massi immersi nella faggeta. Questa improvvisamente si dissolve al margine di una ampia radura posta alla base delle pendici rocciose del
monte Rancolin: ci troviamo ai prati di Clapi (m 1350), sul limitare di una bellissima zona pascoliva sorvegliata da alcuni vecchi fienili seminascosti dalla vegetazione. Si costeggia la radura tralasciando a sinistra il bivio poco evidente per la cima sud, sentiero che poi utilizzeremo per il rientro. In breve il segnavia ci riporta nel bosco di
abete rosso, ravvivato a giugno dalla bellissima fioritura di alcuni
maggiociondoli. Dopo avere attraversato alcune piccole schiarite invase dalle alte erbe, si raggiunge una specie di solco compreso tra la costa boscata a destra e le pendici del Rancolin a sinistra. Sui detriti di falda, formati da ghiaioni grossolani, si può apprezzare la funzione stabilizzatrice svolta dal fitto arbusteto di
mughi e
ginestre. La salita prosegue decisa in questa zona di transizione tra il bosco e le ghiaie fino ad un cartello che ci indica di tagliare bruscamente a destra nel bosco d'alto fusto. In pochi minuti si doppia un costone e si raggiunge il solitario pascolo inclinato che ospita la
casera Costa Baton (m 1731), completamente ristrutturata e adibita a ricovero. La casera dispone di tavolo, panche e cucina economica e consente anche il pernottamente nel soppalco dove sono state ricavati alcuni posti letto con materasso. Lasciato a destra il segnavia CAI n.212a, si imbocca la traccia più alta che sale in diagonale nei prati guadagnando una costa affacciata su un valloncello. In uno splendido scenario alpino si traversa in quota per andare ad intersecare il greto principale, risalendo poi lungo questo ora da una parte, ora dall'altra del solco asciutto. Dopo poco si tralascia a destra anche il segnavia CAI n.213 per casera Fantignelles, mirando alla forcella che si vede più a monte. Oltrepassato un caratteristico sperone roccioso si giunge a
forcella Rancolin (m 1880)
da dove la visuale si apre sul massiccio del
Clapsavon e sulla cresta del monte Zauf che sorregge e nasconde il solitario
Pian delle Streghe. Si abbandona ora il segnavia CAI n.212 che scende nell'altro versante per seguire a sinistra (sud-ovest) la cresta del
monte Rancolin, inizialmente comoda e libera dai
mughi. Seguendo alcuni bolli rossi si aggira a sinistra un piccolo sperone per poi spostarsi sul lato destro in direzione di un
larice. Si traversa un ghiaione grossolano mirando poi ad uno spallone detritico che si risale faticosamente fino a riguadagnare il filo della cresta. Su terreno nuovamente comodo ed erboso ci si porta dapprima ai piedi del colletto sommitale e poi a sinistra, tra ghiaie e fazzoletti verdi, per un ultimo ripido strappo verso la vetta principale del
monte Rancolin (m 2096, grande ometto, splendida visuale sul gruppo Bivera Clapsavon e sul frastagliato mondo delle Dolomiti di Forni). Le rocce della vetta, come anche i macereti sottostanti si presentano come autentici giardini dolomitici, offrendo tra giugno e luglio la possibilità di osservare la fioritura di una grande quantità di specie legate alle rupi calcaree quali la
genziana di Clusius, il
rododendro nano , la
dafne striata ed il
camedrio.
Il nostro itinerario prosegue lungo il crinale roccioso, inizialmente aereo, per poi spostarsi sul fianco destro tra mughi opportunamente diradati. Giunti ad una insellatura si risale, sempre per traccia sramata, guadagnando in breve anche la vetta sud del
monte Rancolin (m 2023). Calando lungo il pendio erboso si passa accanto ad una prima croce e poi ad una seconda, più bassa, con campana e libro di vetta (bella visuale su Forni di Sotto). Da qui, cercando i varchi migliori tra gli arbusti e qualche bollo rosso, si scende rapidamente raggiungendo la fascia dei
larici dove si prosegue tra splendide fioriture di
botton d'oro e
ginestre . La traccia attraversa macchie di bosco ed ampie radure perdendo velocemente quota fino a giungere ad un costone dove si devia bruscamente a sinistra (m 1748, loc. Sorapiere). Dapprima in diagonale tra i mughi e poi con una serie di serpentine su terreno via via più ghiaioso il sentiero progressivamente rientra nella boscaglia. Si passa accanto ad una sorgente con vasca ed infine si esce sulla radura di Clapi dove ci si ricongiunge con il segnavia CAI n.212 utilizzato in salita. Tramite questo si tornerà al punto di partenza.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri del Silenzio