Avvicinamento
Dalla località di Sella Nevea, raggiungibile da Chiusaforte attraverso la statale n.13 Pontebbana, scendere verso Cave del Predil per poco più di 5 km fino al ponte sul Rio Bianco. (m 989, cartello CAI, piccolo spiazzo a destra o parcheggio presso il Rio della Trincea). Qui si può giungere anche da Tarvisio risalendo la Val Rio del Lago.
Descrizione
Sulle indicazioni del segnavia CAI n.625, si prende a risalire la sinistra orografica del vallone del Rio Bianco. Ci si mantiene inizialmente a poca distanza dal greto principale poi, oltrepassata una zona di macigni cariati, ci si innalza restando prevalentemente nel bosco di
faggio. Si interseca il greto di un rio secondario e più in alto un piccolo impluvio a cui fa seguito una caratteristica zona di placche lisce ed inclinate. Ancora un breve tratto di bosco, quasi in falsopiano, ed il sentiero confluisce sul greto del Rio Bianco che si guada senza difficoltà, proseguendo sull’altro lato della valle. Con alcune ampie svolte (sorgente) si accede così al ripiano diradato della
capanna Brunner (m 1432). La costruzione, dopo un lungo periodo di abbandono, è stata completamente risistemata e sarà disponibile a partire dall’autunno 2010 (informazioni presso il CAI di Tarvisio). Dalla capanna si piega a sinistra innestandosi sul segnavia CAI n.629 (cartello CAI per
rifugio Corsi e Sentiero del Re di Sassonia) che attraversa un ultimo tratto di bosco per poi uscire su terreno più aperto, a ridosso delle pareti delle Cime di Rio Bianco. Si attraversa un canalone ingombro di sassi oltre il quale ha inizio la parte più spettacolare della nostra escursione. Mentre alla nostra sinistra il versante si fa sempre più scosceso, il sentiero si avvicina ad una parete rocciosa intersecata da una cengetta detritica che si percorre con l’aiuto del cavo passamano. Aggirato uno spigolo la rampa prosegue ora molto esposta (cavo) fino a raggiungere terreno più semplice tra
mughi e
larici. Ci si affaccia così alla rientranza che conduce ad un pulpito, ma per arrivarci dobbiamo contornare una parete rocciosa sfruttando una specie di nicchia scavata e stillicidiosa (cavo). Superato il passaggio, l’impressione che se ne ricava è quella di un tratto molto esposto ma, in realtà lo spazio per camminare è sempre molto ampio. Dal belvedere tra i
mughi il sentiero scende rasentando una parete aggettante per affacciarsi più avanti sul primo dei due canaloni che dovremo superare. Camminando ora su un sentierino friabile (cavo, staffe e rinforzi in legno) si perde quota per assecondare alcuni speroni in ambiente grandioso e selvaggio. Giunti nei pressi del canalone, se ne attraversa il greto senza problemi rimontando poi un colatoio roccioso (cavo) verso una costa di mughi. Si riprende a salire con una serie di ampie svolte avvicinandosi poi con un traverso al bordo del secondo canalone. Oltrepassato un piccolo rio si scende un aereo sperone di mughi (cavo, staffe) guadagnando infine tra le ghiaie il fondo del greto. Frecce e segnavia ci portano a scendere qualche metro per poi imboccare un canalino friabile che va risalito con l’aiuto della corda fissa. Il bosco di
faggio sembra ormai vicinissimo, ma ci attende un ultimo piccolo impluvio (cavo) oltre il quale le difficoltà sono praticamente terminate. Dopo qualche svolta nella faggeta, intorno a quota 1450, si incontra a sinistra il segnavia CAI n.650 che possiamo utilizzare per la discesa. Volendo invece ampliare l’escursione, il Sentiero del Re di Sassonia prosegue fino al
rifugio Corsi, sempre con il segnavia CAI n.629. In tal caso ci si inerpica sulla destra riprendendo velocemente quota tra i mughi, in vista del ripiano della
malga Grantagar. Dopo aver incontrato un piccolo rio, il sentiero prende a traversare oltrepassando un tratto friabile consolidato da tronchi. Il piacevole falsopiano si interrompe in corrispondenza di un marcato canalone che ha profondamente inciso il versante. Qui il sentiero cala ripidamente fino a toccare il fondo del canale (acqua) e risale sull’opposto versante dapprima lungo un rampa gradinata (cavo) e quindi a strette svolte fino ad uno spallone di
larici. Da qui si scende ad assecondare un altro impluvio (cavo) poi, oltrepassata una fascia rocciosa, si riprende definitivamente a salire in diagonale raggiungendo la testata del vallone alla base dello zoccolo su cui sorge il
rifugio Corsi. Lasciata a sinistra la discesa per il sentiero dei Tedeschi, ci si sposta sulla destra, risalendo per balze rocciose articolate, fino a riuscire sul pianoro che ospita il
rifugio Corsi (m 1874). Per la discesa si riutilizzerà il Sentiero del Re di Sassonia fino all’innesto con il segnavia CAI n.650 di cui si è già detto. Dalla selletta con resti di postazioni si taglia in diagonale un ripido pendio boscato per innestarsi infine sull’originaria mulattiera di guerra di Cima Pesce. Con una lunga serie di anse, si perde quota comodamente nel bosco intersecando più in basso per un paio di volte il greto di un piccolo rio. Ormai in vista delle ghiaie della Val Rio del Lago, si scende ancora fino ad uscire sulla strada asfaltata a pochi metri dal ponte sul Rio della Trincea.
Avvertenze
Il Sentiero del Re di Sassonia è interrotto dal 2012 per una frana che ne ha asportato i cavi di sicurezza. E' in previsione una sua risistemazione ad opera del CAI Tarvisio al quale si rimanda per informazioni aggiornate.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri della Rupe