Avvicinamento
Da Tolmezzo si risale la valle del Tagliamento lungo la statale 52 fino a giungere a Forni di Sopra dove si attraversa tutto il paese proseguendo poi in direzione del passo della Mauria. Dopo circa due km dalle ultime case, all’altezza della frazione di Chiandarens, prendere la deviazione a sinistra (indicazioni per il
rifugio Giaf) parcheggiando lungo la strada immediatamente dopo il ponte sul Tagliamento (m 951).
Descrizione
Si risale lungo il tratto asfaltato fino al parcheggio presso il ponte sul torrente Giaf poi, al primo tornante, si abbandona la pista per imboccare la deviazione diretta per il
rifugio Giaf (cartello, segnavia CAI n.346). Il sentiero inizia a salire in un bosco misto di
faggio e
abete rosso ancora alto sulla forra del torrente. In seguito si oltrepassa il greto principale con l'ausilio di alcune passerelle in legno raggiungendo temporaneamente la sinistra orografica. Ripidi tornantini consentono di guadagnare quota in un ambiente che va arricchendosi di di
larici e
pino mugo. Dopo essere rientrati nuovamente nel bosco, il sentiero si fa più comodo raggiungendo ben presto una malga e, poco oltre, una chiesetta ed il
rifugio Giaf (m 1400).
Dal Rifugio si prende il segnavia CAI n.361 per
forcella Urtisiel e
casera Val Binon (cartelli) salendo per una costa boscata dove una rada vegetazione di
faggio,
abete rosso e salice sfuma lentamente nella boscaglia di
mugo,
larice e
sorbo degli uccellatori. Vista la discreta pendenza, il sentiero risulta in più punti adeguatamente rinforzato con gradini in legno. Al successivo bivio ci si mantiene ancora sul segnavia n.361, lasciando a destra la deviazione per l’
Anello di Bianchi e la
forcella del Cason. Con pendenza minore si traversa ora in diagonale il grande pendio ghiaioso che scende dalla forcella dei Pecoli, completamente colonizzato dai baranci. La ricca flora che abita i macereti e le praterie discontinue è qui formata prevalentemente da
rododendro irsuto,
garofano di Montpellier, valeriana delle rupi e
tofieldia. Appressandosi alla base delle pareti il sentiero prende a salire a svolte puntando ad una insellatura tra il corpo della montagna ed uno sperone roccioso. E’ in questo ambiente che possiamo osservare nelle fessure delle rocce la fioritura della
arenaria di Huter, uno dei più interessanti endemismi delle Prealpi Carniche. Da qui il sentiero sale in diagonale andando infine ad innestarsi nel canale che scende direttamente da
forcella Urtisiel. Lo si risale a svolte su terreno abbastanza consolidato guadagnando la
forcella Urtisiel dove il
panorama si apre sulla alta val Menon e sul bellissimo catino che scende nel versante opposto (m 1990).
Dalla forcella si cala nella conca sottostante fin dove essa scende bruscamente verso il fondovalle. Il sentiero allora piega a sinistra iniziando un bel traverso intagliato tra i mughi, andando ad intersecare alcuni piccoli impluvi stillicidiosi. In questo tratto non sarà difficile individuare le fioriture della
genziana alata e della
genziana di Clusius, fiori ai quali si ispira il nome friulano del percorso (sclops = genziane). Con una leggera discesa si attraversa una zona di pascolo innestandosi sul segnavia CAI n.369 (cartello) mentre a destra, in un minuto, si può raggiungere
casera Val Binon, da poco gestita nel periodo estivo (m 1776, acqua,
buona visuale sul tratto di sentiero appena percorso). Il Truoi dai Sclops prosegue lungo una specie di solco naturale risalendo poi il ghiaione che discende dal Crodon di Brica. Ci si affaccia così sull’orlo della grande
prateria del Campuros, un singolare ripiano erboso solcato da un piccolo rio. Lasciata a sinistra la deviazione per il
Cason di Campuros e la
forcella del Lavinale si contorna questo straordinario ambiente punteggiato dalla fioritura di
erioforo,
statice montana e
nigritella. La salita riprende lungo una amena valletta ricoperta di rododendri e
camedri, poi il sentiero piega a destra rimontando nel rado lariceto che si sviluppa nella conca sottostante la forcella
Val di Brica. Con alcune svolte si perviene al detritico intaglio (m 2088,
ampio panorama), sorvegliato da un caratteristico monolite.
Si scende nell’opposto versante in diagonale tagliando in alto la grande conca detritica che costituisce la testata della val di Brica. In breve si arriva al bivio con il segnavia CAI n.379 che scende a destra verso la confluenza con la val Meluzzo. Noi invece proseguiamo ancora diritti iniziando ad affrontare l’ultima significativa salita di questa lunga escursione. Ci si innalza nel pendio erboso che si sviluppa ai piedi del Mus di Brica, poi il sentiero prosegue su una costola detritica. Dove questa si esaurisce ci si tiene a sinistra e, con una serie di piccole svolte su terreno friabile, si tocca il punto più alto dell’escursione: la
forcella dell'Inferno (m 2175). Sull’altro versante la
vista può spaziare ora sull’alta val di Guerra e sulle vette che la racchiudono, con il
monte Pramaggiore in secondo piano.
Dalla forcella si cala in diagonale su ghiaie raggiungendo in breve anche
forcella Fantulina alta (m 2110, buona visuale verso le
Cime Fantolina) dove si prospetta la possibilità di scendere direttamente a sinistra in Val di Suola, abbreviando leggermente l’escursione. Per compiere il percorso completo dovete invece proseguire lungo una piccola dorsale detritica e scendere poi sul versante destro intersecando una zona friabile dove occorre prestare qualche attenzione. Il sentiero perde quota per assecondare una fascia rocciosa, poi con una modesta contropendenza raggiunge anche il
passo del Mus (m 2063), sovrastato dall'imponente parete del torrione Comici. Il canale che scende dal passo verso la val di Suola è inizialmente agevole ma poi la gola si rinserra tra alte pareti rocciose dove le ghiaie hanno il sopravvento. L’
aquilegia minore, la
campanula dei ghiaioni ed il
papavero giallo costituiscono l’ornamento floreale di questo ambiente, apparentemente così ostile verso la vita vegetale. Passata la strettoia il sentiero si orienta verso sinistra perdendo quota ancora lungamente su terreno ripido e faticoso. Finalmente la traccia entra in una fascia di
mughi raccordandosi al sentiero che scende direttamente da forcella Fantulina Alta. Poco dopo si perviene al
Flaiban-Pacherini (m 1587), completamente ricostruito nel corso dell’estate del 2007.
Non ci resta che scendere lungo le fasce ghiaiose che caratterizzano la val di Suola percorrendo lungamente una serie di gradoni colonizzati dai
mughi. Più in basso il sentiero rientra nell’orizzonte del bosco rasentando il greto del torrente Dria che rimane sulla destra. Ad un bivio con panca e tavolo, a destra si può scendere direttamente ad Andrazza mentre il nostro itinerario si innesta sulla pista forestale che ci condurrà a Forni di Sopra presso il centro sportivo. Giunti nei pressi del ponte sul Tagliamento ci si tiene a sinistra imboccando la pista forestale che corre parallela al fiume lungo questo lato della valle (sbiaditi segnavia dell’Anello di Forni). Con qualche saliscendi si percorrono le pendici boscate della
Cimacuta passando presso alcuni stavoli poi la pista si accosta nuovamente alle sponde del Tagliamento ed infine confluisce sul greto del torrente Giaf che va guadato per ritrovare l’auto proprio sulla riva opposta.
Avvertenze
Questa bellissima escursione rappresenta un compendio pressoché completo degli ambienti naturali che caratterizzano il
Parco delle Dolomiti Friulane. Data la notevole lunghezza l’itinerario andrebbe idealmente diviso in due giornate pernottando al il
rifugio Giaf o al
Flaiban-Pacherini. Lo stesso grado di difficoltà riportato (EE) è dovuto in larga parte all’impegno fisico richiesto più che alle reali difficoltà tecniche, limitate a qualche breve tratto esposto.
Variante alla Cima Urtisiel Est
Raggiunta la
forcella Urtisiel dal
rifugio Giaf si discende nell’opposto versante per una cinquantina di metri cercando sulla sinistra il punto ove si stacca una traccia poco marcata (ometto). Seguendo la traccia si traversa pressoché in quota tra zolle erbose, ghiaie e
mughi per una decina di minuti fino a raggiungere l’imbocco del ripido canale erboso che conduce in vetta. Lo si risale interamente sulla sinistra portandosi ad un intaglio panoramico posto tra la vetta ed uno sperone. Da qui, seguendo la marcata traccia aperta tra i
mughi, si raggiunge la cresta e quindi la piccola vetta della
Cima Urtisiel Est (m 2119) sulla quale è stata posta una grande croce metallica. Magnifica visuale a 360 gradi sulle dolomiti friulane a cavallo tra la valle del Tagliamento e la
val Cimoliana.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri dei Fiori