Avvicinamento
Giunti a Forni Avoltri tramite la statale n.355, si prosegue ancora verso Cima Sappada dove si piega a destra seguendo le indicazioni per le sorgenti del Piave. La stretta rotabile risale lungamente fino al parcheggio alle Sorgenti, dove inizia la pista di servizio al
rifugio Calvi che verrà utilizzata per la discesa (m 1815).
Descrizione
Lasciata l’auto, si scende per circa 300 m lungo la strada, fino ad incontrare sulla sinistra l’attacco del sentiero CAI n.173 per il
passo dei Cacciatori (cartelli). Si perde qualche metro abbassandosi verso la presa di un acquedotto poco sopra il
passo Avanza. Tralasciato il marcato sentiero che scende verso la pista, ci si tiene sulla sinistra iniziando a salire moderatamente all’interno di un rado bosco di
abete rosso. Seguendo con attenzione i segnavia si arriva ad intersecare un vallone eroso per poi rasentare in basso una parete rocciosa. Ripresa la salita, ci si raccorda con il sentiero che sale dalla
casera di Casa Vecchia
e prosegue in un grande vallone detritico, incassato tra alte pareti. Lo si risale a piccole svolte, tra splendide fioriture di
sassifraga incrostata,
sassifraga verdazzurra e
gipsofila, fino dove i segnavia inaspettatamente ci portano a deviare a sinistra verso una fascia rocciosa. Ci si innalza velocemente con una serie di svolte scavate nella roccia mentre più in alto il pendio si trasforma in canale detritico rendendo la salita un poco più faticosa. Si giunge così ad un catino ghiaioso dove è necessario fare attenzione all'orientamento: si lascia a sinistra il segnavia CAI n.173 che riprenderemo al ritorno e ci si tiene a destra portandosi alla base del ghiaione che discende dalla
forcella delle Genziane (vecchio cartello in legno con l'indicazione
Monte Avanza in mezzo alla pietraia). Imboccato il sentiero, ci si tiene inizialmente alla base delle pareti, ma dopo un buon inizio il detrito si fa particolarmente instabile rendendo faticosa la salita. Solo nella parte superiore le ghiaie lasciano il posto ad un pendio erboso fiorito. A piccole svolte si guadagna così la selletta prativa di
forcella delle Genziane (m 2270), unico verde tra le rocce circostanti. Il nome del luogo è ben motivato dalle bellissime fioriture estive che qui si possono ammirare e che comprendono
genziana punteggiata,
genziana primaticcia e
geo montano. Dopo questo brevissimo intermezzo verde si traversa su ghiaie e pietrisco per andare ad intersecare un canale oltre il quale il sentiero si trasforma in un aereo camminamento di guerra. Si risale una rampa a strette svolte (attenzione alla prima, parzialmente franata), proseguendo su una cengetta esposta ma ben attrezzata con il cavo passamano. All'uscita di questa si supera un breve canalino tenendosi addossati alla parete ed infine, con l'aiuto degli originari gradini scavati nella roccia, si accede ad un intaglio fortificato. Questa trincea con feritoie proteggeva l'accesso dal canalone settentrionale nel quale si notano ancora diverse matasse di filo spinato. A questo punto le difficoltà sono terminate ed il sentiero raggiunge terreno più agevole nei pressi del ripiano sospeso che ospitava un villaggio di Guerra. Oltre ai resti di un grande ricovero addossato alla parete si possono infatti osservare le aperture di tre gallerie poste su piani diversi e numerosi avamposti sugli appicchi di cresta. Oltrepassata una grande vasca in cemento ci si ritrova alla base del pendio sommitale che si rimonta agevolmente seguendo le tracce di passaggio ed alcuni ometti. Destreggiandosi tra ghiaie, placche e fazzoletti erbosi fioriti si giunge così sulla
cima del monte Avanza (m 2489) dove ci attende una piccola croce con il libro di vetta ed un
panorama grandioso.
Per il rientro, una volta ritornati alla conca detritica sotto la
forcella delle Genziane, si apre l'opportunità di ampliare l'escursione utilizzando un percorso diverso. Tralasciata quindi la discesa diretta, senza abbassarsi troppo ci si tiene a destra riguadagnando il tracciato del segnavia CAI n.173. Tramite questo si sale su terreno prevalentemente erboso e con un ultimo ripido strappo si raggiunge il
passo dei Cacciatori (m 2213, resti di fortificazioni). Dalla sella si prosegue verso un dosso erboso lasciando subito a sinistra il sentiero che conduce alla via ferrata del
monte Chiadenis. Noi infatti iniziamo un traverso lungo i pendii incredibilmente fioriti che si estendono poco sotto le pareti, in bella visuale sulla testata della val Fleons. Lasciata a destra una variante più bassa, ci si accosta ad uno sperone roccioso che emerge dai verdi. Un breve spezzone di cavo ed alcune staffe agevolano il superamente di un piccolo gradino oltre il quale si traversa in quota intersecando uno stretto canale (neve a inizio stagione). Si giunge così al
passo Sesis (m 2312) dove ci si innesta a sinistra sulla frequentatissima via normale al monte Peralba (segnavia CAI n.132). Si scende nella valletta ingombra di massi affacciandosi poi sulla conca del
rifugio Calvi (m 2164) che si raggiunge in breve percorrendo una comoda mulattiera. Non rimane ora che ritornare al punto di partenza tramite la pista di servizio o le numerose scorciatoie che tagliano i tornanti.
Variante ad anello con salita da Pierabech
E' possibile compiere un bellissimo anello con salita al monte Avanza partendo da Pierabech (Forni Avoltri), allungando sensibilmente i tempi e il dislivello che arriva a 1600 m.
Da Forni Avoltri, risalire la strada asfaltata verso Pierabech fino a giungere in prossimità dello stabilimento di acque minerali ove è possibile parcheggiare. Si segue la strada in direzione nord fino alla Cava di marmo, continuando poi per la comoda mulattiera (segnavia CAI n. 140) che costeggia la forra del torrente Degano.
Lasciato a destra il sentiero n. 142 per il
passo Giramondo, si entra nella splendida e verde Val Fleons, iniziando così ad aggirare a nord il massiccio dell’Avanza. Dopo essere passati in prossimità di
casera Fleons di Sotto il sentiero aumenta la pendenza portandosi per prati in direzione del piccolo pianoro di
casera Fleons di Sopra, punto privilegiato di
osservazione verso le pareti settentrionali dell’Avanza. Abbandonata la casera e lasciato a destra il bivio per il
giogo Veranis si prosegue per la mulattiera che ora offre scorci anche sul Chiadenis e sul Peralba. Notevole in questo tratto del percorso la fioritura di
rododendro ferrugineo che, all’inizio dell’estate, ricopre di rosso le pendici erbose.
Si raggiunge così il
passo Sesis ( m 2312), frequentato crocevia per gli itinerari della zona e splendido belvedere verso la val Fleons nonchè dimora permanente di numerose
marmotte. L’anello continua lungo il sentiero CAI n. 173 che, in leggera discesa, rasentando alla base la parete nord del
monte Chiadenis , si porta al
passo dei Cacciatori (in questo tratto possibilità di punti esposti o malagevoli a causa di frane). Da qui
la vista si apre per la prima volta verso sud e verso il canalone ghiaioso che ci attende poco più sotto. Lasciato il passo, infatti, si perde ancora rapidamente quota giungendo all’imboccatura del largo canalone detritico che va risalito interamente fino alla sua sommità. Qui la ghiaia lascia sorprendentemente il posto ad una selletta prativa, la
forcella delle Genziane, unico verde tra le rocce circostanti.
Oltre la forcella il sentiero prosegue traversando sotto le rocce e superando un piccolo sperone roccioso. Poco dopo una stretta cengia, esposta ma attrezzata, conduce ad un intaglio dal quale, sempre traversando, si raggiunge il pianoro detritico sottostante la cima (resti di fortificazioni militari). Le roccette sommitali, meno impegnative, vengono superate con la guida di ometti. Sulla cima del
monte Avanza a quota 2489: croce, libro di vetta e
panorama vastissimo.
Per la discesa si segue lo stesso itinerario usato in precedenza ma, arrivati all’uscita del ghiaione, si prosegue a sinistra per il sentiero CAI n. 173. Il sentiero affronta il salto roccioso sottostante sfruttando abilmente alcuni tornanti esposti intagliati su ripidissimi prati. In seguito, entrando nel bosco, la pendenza si fa meno accentuata fino a incontrare la strada bianca che sale verso
casera di Casa Vecchia ben visibile in alto sulla destra.
Si segue lungamente la carrareccia lastricata che scende verso Pierabech fino ad un evidente bivio, senza segnalazioni, in prossimità di un ponte sul Rio di Avanza. Qui si abbandona la strada principale e si devia sulla pista a sinistra continuando a scendere fino a dove la strada sembra perdersi. In realtà si è ormai a pochi minuti dallo stabilimento di acque minerali e la traccia si ritrova poco dopo consentendoci così di chiudere il lungo anello.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri della Rupe