Avvicinamento
Da Pontebba, raggiungibile percorrendo verso nord la statale 13 Pontebbana oppure utilizzando l'autostrada A23 fino all’uscita omonima, si seguono le indicazioni per
Passo Pramollo (informarsi sulla percorribilità). Superato il primo ponte sul rio Bombaso e le gallerie, si oltrepassano alcune svolte ed il successivo rettilineo fino al tornante a quota 1070 dove si parcheggia (comodo spiazzo all’interno della curva).
Descrizione
Dal tornante, seguendo la freccia gialla sul guard rail, si imbocca a destra (sud) la pista rovinata che scende moderatamente intersecando quasi subito un rio secondario e dopo poco un secondo greto più consistente. Oltre questo ci si tiene a sinistra iniziando a risalire un tratturo di esbosco sul bordo del rio appena attraversato (cerchio con bollo su un masso). Dopo la prima ansa fare attenzione ad abbandonare la pista per seguire il sentierino che si stacca a sinistra (ometto e freccia). Questo sale a svolte regolari nel bosco fino ad innestarsi sul tracciato di una pista dismessa la cui parte iniziale è stata letteralmente cancellata dalla alluvione del 2003. La si segue a destra in salita percorrendola fin dove essa scompare per poi continuare sulla direzione indicata da alcuni ometti e bolli gialli. Dopo avere attraversato un solco torrentizio, il sentiero attraversa una zona acquitrinosa invasa dal
veratro dove è richiesta maggiore autonomia nell’individuare la giusta direzione. Si arriva così alla parte alta di un piccolo greto dove il sentiero si orienta verso destra (masso con freccia). La traccia interseca più avanti un ultimo piccolo impluvio oltre il quale il percorso si fa più evidente e con una larga ansa raggiunge la boscosa
sella di Barizze (m 1430) e la relativa pista. Ignorato il segnavia CAI n.501 che scende nel versante opposto (vedi avvertenze), si imbocca a sinistra la strada sterrata incontrando dopo poco un primo bivio dove si piega a destra lungo il segnavia CAI n.504 che coincide ora con una pista di recente apertura. Dopo essere passata alla base di una grande placca rocciosa, la pista si esaurisce lasciando il posto ad una comoda mulattiera che prende quota a strette svolte uscendo progressivamente dalla vegetazione ad alto fusto. Con le prime schiarite ci troviamo alla base del grande ghiaione che scende dalle dirupate pendici del monte Cerchio. In una vegetazione ormai ridotta a bassi
mughi, si risale lungo il versante occidentale del monte caratterizzato dalla presenza di pinnacoli e macigni. Nonostante la natura detritica del terreno, il percorso è reso agevole da una buona mulattiera rinforzata che in breve ci conduce alla
forcella del monte Cerchio (m 1697, panchina). La sella segna il repentino inizio di un ambiente completamente diverso in quanto si affaccia sul pascolo della malga Cerchio. Con un tornante si scende nella bellissima conca erbosa, dove si incontrano i resti della casera (m 1639, panca e tavolo). Si prosegue piacevolmente in falsopiano intersecando alcuni piccoli rivoli, evidenziati a giugno dalla fioritura della
calta palustre, per poi raggiungere una dorsale poco marcata dove è stata edificata una piccola baita in legno (m 1699). Sul prato circostante trova spazio anche una sorgente d’acqua raccolta in una vasca ricavata da un grosso tronco. Il sentiero entra in una ulteriore conca dove prosegue traversando tra
larici e
abeti rossi fino alla insellatura a quota 1764. Con breve risalita si traversano le pendici occidentali della punta Lonas giungendo ad un intaglio sulla dorsale sud del monte. Il sentiero scende ora su terreno friabile sfiorando la sommità di un profondo dirupo celato dai
mughi. In breve ci si porta sullo spallone erboso affacciato sul grande pascolo di
malga Biffil a cui si giunge aggirando sulla sinistra il dosso. Nelle
praterie circostanti si possono osservare a giugno le fioriture della
genziana di Clusius, della
genziana primaticcia e del
botton d’oro. Il piccolo edificio (m 1644) è stato ristrutturato e presenta al piano terra una accogliente stanza con tavolo, panche e cucina economica. Poco più a nord, lungo il sentiero che prosegue scendendo nel vallone di Rio Bianco, si trova anche un ricovero forestale. Per il ritorno si utilizzerà il medesimo itinerario.
Avvertenze
Il sentiero descritto in salita rappresenta la via più breve per raggiungere la sella di Barizze partendo dalla strada di Passo Pramollo. Tuttavia recenti lavori di esbosco e soprattutto la alluvione del 2003 ne hanno rovinato in parte il tracciato. Difficoltà non ve ne sono, ma occorre un poco di esperienza e capacità di orientamento per seguire l’andamento del sentiero. Chi desiderasse evitare questo primo tratto può utilizzare la pista forestale che giunge direttamente da
Passo Pramollo passando per casera Auernig. Una seconda possibilità è data dal segnavia CAI che inizia immediatamente dopo la seconda galleria (breve tratto attrezzato). Tramite questo, a quota 1200 circa, ci si innesta sul segnavia n.501 che contorna tutto il versante est del
monte Bruca sul tracciato di una mulattiera di guerra (loc. Puintaz, cavi passamano). Dopo la successiva risalita a
sella di Barizze si seguirà il percorso già descritto.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri del Silenzio