Avvicinamento
Percorrendo la strada statale n.13 Pontebbana, poco prima di attraversare Resiutta, si devia a destra in direzione della
val Resia. Oltrepassato il ponte sul torrente Resia si piega a destra iniziando a risalire la valle. Tralasciando le diramazioni per Borgo Povici e più avanti per San Giorgio si percorre la strada per circa 7 km imboccando poi a destra la deviazione per
sella Carnizza . Poco meno di un km oltre le case di Borgo Lischiazze un ampio spiazzo presso la strada ci consente di parcheggiare comodamente (m 583, segnavia CAI, ancona votiva).
Descrizione
Si imbocca la pista forestale che si diparte dal parcheggio proseguendo lungo questa fino ad incontrare e superare sulla destra l’inizio del segnavia CAI n.703 che utilizzeremo al ritorno. Ci troviamo ora all’interno di un bosco di
faggio disseminato di grossi massi dove nella tarda primavera si possono osservare le vistose infiorescenze della
barba di capra . Circa 140 m oltre questa prima deviazione ne troviamo una seconda, meno evidente, che ci condurrà poi a visitare la parte alta del
Fontanone Barman. Per ora proseguiamo diritti fin dove la pista si estingue per poi divenire mulattiera sassosa andando progressivamente ad innestarsi nel vallone del rio Barman. Dopo un punto attrezzato si giunge in vista del grande salto della
cascata a cui ci si può accostare fin dove l’acqua lo consente. Un cordolo cementato si innalza aereo sulla destra ma non è per nulla raccomandabile seguirlo in quanto risulta subito scivoloso ed esposto. Piuttosto, volendo avvicinarsi il più possibile alla base delle cascate, è meglio guadare ed aggirare un grande macigno proseguendo poi lungo il greto ora più agevole.
Dopo essere tornati sui propri passi si imbocca la prima deviazione che incontriamo, ora sulla sinistra, facendo attenzione ai segnavia CAI sui tronchi degli alberi. La traccia è inizialmente poco marcata e percorre un ripiano boscato portandosi in breve alla base di un pendio ricoperto dalla
faggeta. Qui il sentiero inizia a salire con decisione compiendo alcune strette svolte. A differenza di prima ora il percorso è più evidente anche perché oggetto di recente manutenzione. Più in alto il sentiero si orienta a destra in diagonale per evitare una fascia rocciosa affiorante formata da rocce profondamente scanalate. Con una larga ansa si completa l’aggiramento raggiungendo un punto dove la pendenza si appiana. Grandi massi disseminati nel bosco conferiscono all’ambiente un aspetto particolare, ed è proprio su uno di questi che dobbiamo ricercare la freccia che ci segnala a sinistra la deviazione per la parte alta del
Fontanone Barman (m 898).
Trovata l’indicazione, non evidentissima, si tralascia la prosecuzione del sentiero per deviare a sinistra percorrendo un tratto in falsopiano. Dopo essere scesi qualche metro ad intersecare il greto di un rio asciutto ci si tiene a sinistra seguendo le segnalazioni ora più evidenti. In questo modo si arriva alla sommità di un pendio boscato dove il sentiero inizia a perdere quota sensibilmente. Si scende a larghe anse all’interno di una luminosa
faggeta punteggiata dalla fioritura dell’erba lucciola che ricopre numerosa il sottobosco. In breve il rumore del rio Barman ci annuncia che siamo prossimi ad arrivare sull’orlo del dirupo che sprofonda nel vallone sottostante. In diagonale si piega a destra uscendo su una zona dove il sentiero stenta a mantenersi a causa degli schianti e della natura friabile del terreno. Seguendo la traccia e qualche segnavia si cala fino alle rocce del greto poco a valle del punto dove il
Fontanone sgorga da una caverna. Questo impluvio sospeso è un luogo di bellezza quasi primordiale e ci si sofferma con una certa soggezione ad osservare la parte alta del greto che si impenna fino a diventare liscia parete striata dal carsismo. A questo punto vi è la possibilità di scendere lungo il greto destreggiandosi tra le grandi pietre che lo formano fino ad affacciarsi, con la massima attenzione, sull’orlo del grande salto sottostante. Rispetto a quanto vedevamo dal basso ora ci troviamo esattamente sul punto dove ha origine la cascata più alta.
Dopo essere risaliti al bivio si riprende la direzione originaria attraversando un tratto boscato a pendenza molto moderata . La salita riprende poi a regolari tornanti sempre all’interno della
faggeta disseminata anche qui da grandi macigni. Il sentiero successivamente inizia a traversare verso destra uscendo nei pressi di una piccola radura. Si giunge così ai piedi di un enorme masso che il segnavia ci aiuta a risalire sulla sinistra. Senza difficoltà si arriva in capo al grande sasso che con la sua bella visuale costituisce il punto di sosta ideale per l’escursione (m 1039, buon panorama sul
monte Cuzzer e sulle Giulie italiane).
Dopo essere ridiscesi dal masso si prosegue lungo il sentiero che ne rasenta la base iniziando progressivamente a perdere quota. Più avanti si interseca un lavinale ingombro di schianti e subito dopo il sentiero giunge alla piccola radura invasa dalle ortiche dove riusciamo ad individuare i resti di
casera Planinizza (m 972), ridotti a qualche tratto di muro perimetrale invaso dalle erbe. Il sentiero rientra prontamente nel bosco e tagliando in diagonale un ripido pendio perde quota ulteriormente in direzione del solco del rio Secco. Raggiunto il greto asciutto lo si oltrepassa innestandosi a destra sul sentiero CAI n.703 che scende dalla
Forchia. Dopo poche svolte il sentiero interseca nuovamente il greto nel punto in cui fioriscono numerosi
gigli dorati . La discesa prosegue sulla destra orografica finché il sentiero non si riporta definitivamente sull’altro lato in corrispondenza di un grande macigno che ingombra il greto principale. Per un tratto la pineta si sostituisce al
faggio poi, dopo avere intersecato un paio di impluvi, lasciamo sulla sinistra il segnavia CAI n.707 diretto a
forca Tasacuzzer . Il sentiero rientra successivamente nella faggeta percorrendo un tratto particolarmente comodo e piacevole. Seguendo il segnavia si attraversa per un’ultima volta il greto raccordandosi con la pista che abbiamo percorso all'andata.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri dell'Acqua