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    Anello di Sant'Anna da Uccea
    Alpi Giulie
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SentieriNatura
I percorsi di SentieriNaturaV37

Anello di Sant'Anna da Uccea

Avvicinamento

Da Tarcento ci si immette sulla statale n.646 della Val Torre che risale lungamente la valle fino al passo Tanamea. e poi oltre verso Uccea. Giunti alla piccola frazione proseguire sulla stretta rotabile che conduce a sella Carnizza percorrendola per circa un chilometro fino ad una marcata ansa dove è possibile lasciare la vettura (m 692, piccolo spiazzo sulla sinistra).

Descrizione

Pochi metri dopo il parcheggio si imbocca sulla destra il segnavia CAI n.732 che sale costeggiando un prato punteggiato dalla primula odorosa fino ad arrivare al gruppo delle casere Taptomalicucon. Da qui si sale per pochi metri lungo il pendio che delimita un corso d’acqua per poi iniziare la lunga diagonale che terminerà sulle pendici del monte Chila. Dopo un primo comodo traverso nel bosco, dove si osserva la fioritura del latiro invernale, il sentiero prende a salire a strette svolte sul bordo di un impluvio guadagnando una radura con un vecchio stavolo. Il sentiero prosegue a sinistra del rudere, risalendo per un tratto e poi di nuovo in diagonale fino ad uscire allo scoperto su un pendio erboso particolarmente inclinato che richiede qualche attenzione. Oltrepassato un impluvio, si raggiunge terreno più comodo e si riprende a salire tra ampie schiarite. In corrispondenza di una macchia di conifere il sentiero si impenna e prosegue assai ripido anche nella successiva valletta erbosa quindi raggiunge una specie di ripiano dove la pendenza si appiana. Ci troviamo ora in una faggeta più rada dove a maggio fiorisce numerosa la dentaria a nove foglie. Man mano che ci si avvicina alla dorsale la pendenza va riducendosi tanto che il sentiero si fa in ultimo pressoché orizzontale. Usciti da una abetaia ci si ritrova ad incrociare il sentiero CAI n.731 che percorre il crinale mentre il segnavia n.732 scende nell’opposto versante (cartello CAI). Dal quadrivio seguire le indicazioni per sella Carnizza raggiungendo dopo pochi metri una piccola schiarita invasa dalle colombine, dove si notano i ruderi di casera Chila. Interessante e consigliabile è a questo punto la salita per tracce alla vetta del monte Chila (m 1419, ampio panorama), ancora percorsa da linee di trincee che il tempo ha quasi completamente cancellato. Ripreso il sentiero si perde quota lungo il comodo tracciato percorrendo le pendici meridionali del monte Chila e portandosi in breve sulla boscosa insellatura tra questo ed il monte Stregone. Tralasciata una ulteriore possibilità di scendere a destra in val Resia, proseguiamo ancora diritti iniziando uno dei tratti più belli della escursione. Il sentiero infatti prende a risalire in diagonale le pendici meridionali del monte Stregone da dove si apre una ampia visuale sulla dorsale tra Musi e Zaiavor. Sulle praterie si osservano a maggio estese fioriture di primula odorosa mentre le fessure delle rocce sono colonizzate dall’orecchia d’orso e dalla draba gialla. La salita si esaurisce sul ripreso filo della dorsale in un punto in cui la cresta si assottiglia e compaiono anche i caratteristici faggi contorti. Segue una serie di piccoli saliscendi tra fioriture di croco e scilla a due foglie poi il sentiero traversa pochi metri sotto la vetta del monte Nische alla quale è possibile salire con brevissima deviazione (m 1454, buon panorama). Successivamente il percorso inizia a perdere quota su terreno via via più sassoso fino ad arrivare alla aperta insellatura che ospita i ruderi di casera Nische (m 1350). Facendo attenzione a non proseguire sul segnavia n.734 che scende ancora nel versante resiano, si cala sulla sinistra ad ampi tornanti intersecando un paio di volte un ghiaione grossolano. Ormai in vista di sella Carnizza, che però appare ancora lontana, si perde ulteriormente quota traversando in direzione ovest. Da ultimo si guada un rio, in corrispondenza di un punto dove il sentiero stenta a mantenersi, ma senza problemi di sorta si guadagna la strada asfaltata continuando per un tratto verso destra fino alle indicazioni per la chiesa di Sant’Anna. Seguendo tali indicazioni, tramite carrareccia, si giunge al bel ripiano su cui è edificata la chiesa (m 1077).
Lasciato sulla destra il sentiero che sale verso il monte Zaiavor si prosegue lungo la carrareccia, inizialmente pianeggiante, che prende a traversare in direzione est. Dopo poco la pista si sdoppia: il ramo di sinistra scende verso gli stavoli Rasuga mentre la nostra direzione, quella di destra, sale con una lunghissima diagonale verso casera Nischiuarch (m 1182), completamente ristrutturata. Dalla ampia radura della casera si tralascia il segnavia CAI n.739 che scende verso passo Tanamea e si imbocca invece il sentiero che scende sul lato opposto. Rassicurati da alcuni segnavia rossi si perde quota con un tornante toccando il bordo inferiore della conca pascoliva, poi si rientra nel bosco abbassandosi ulteriormente per evitare una zona impervia. Il sentiero, quindi, traversa ritrovandosi sopra un aereo spallone che viene disceso a tornantini lungo un pendio detritico. Segue un tratto dove il tracciato risulta rovinato in corrispondenza di alcuni impluvi ma comunque percorribile. Abbandonata questa zona dirupata il sentiero riprende a traversare, supera una radura per poi proseguire in quota sulla direzione indicata da qualche bollo rosso sui tronchi. Con la ritrovata traccia si arriva ad un bel pendio prativo dove sorge casera Polose (m 1031), situata al limitare del bosco. Si scende ora in un avvallamento boscato coperto da faggeta dove compaiono alcuni bolli giallo rossi. Seguendoli con attenzione ci si dilunga nel bosco aggirando la quota 982, poi più avanti, con un doppio tornante, si passa anche nei pressi della cima del monte Polose (m 968). Poco oltre questa, il sentiero si sposta sulla sinistra per poi riprendere a calare ad ampie svolte lungo la dorsale orientale del monte. Con una lunghissima serie di tornanti dalla limitata pendenza, la mulattiera si esaurisce sul punto di conclusione di una carrareccia che imbocchiamo a sinistra. Si oltrepassano alcuni impluvi poi con un paio di tornanti ci si abbassa sul greto del torrente Uccea che si attraversa senza problemi. Un breve tratto in salita su una pista cementata e ci si ritrova esattamente al punto di partenza.

Avvertenze

Per poter chiudere convenientemente questo bellissimo e lungo anello è richiesta la percorrenza della vecchia mulattiera che da casera Nischiuarch scende verso Uccea. Si tratta di un percorso quasi sempre evidente ma poco frequentato e, salvo qualche bollo, privo di segnalazioni. Chi desiderasse un rientro più agevole può utilizzare la strada asfaltata oppure predisporre una seconda vettura a sella Carnizza.

Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume I Sentieri del Vento
Sentieri CAI
Escursione
Mese consigliato
Maggio
Carta Tabacco
027
Dislivello
1100
Lunghezza Km
18,9
Altitudine min
669
Altitudine max
1454
Tempi
Dati aggiornati al
2009
I vostri commenti
  • 22/04/2019 Una bella gita quella odierna, seguendo fedelmente le indicazioni della relazione (salvo un paio di deviazioni allo Stregone) una ventina di chilometri che possono anche non sembrare molti ma su terreno accidentato valgono di più. La salita da Uccea lungo il sentiero Cai 732 inizialmente si presenta piuttosto ripida, arrivando intorno alla quota 1000 alla base delle roccette il sentiero si impenna assottigliandosi e diventando aereo. Oltrepassato questo tratto si incontrano i primi schianti, importanti, ma qui si superano abbastanza agevolmente cercando i segnavia e seguendo abbastanza fedelmente il sentiero; uscendo all'aperto nei pressi dei ruderi di casera Chila il percorso si fa comodo, gran vista sul dirimpettaio gruppo del Canin e Babe, per una vista più ampia conviene salire per zolle e percorrere la cresta del monte Stregone (antenna). A casera Nische quattro sassi son silenti testimoni di tempi migliori, occhieggiando a sinistra la chiesetta di S.Anna si inizia a scendere piuttosto ripidamente verso l'animata Baita di Floriano per poi risalire su comoda pista verso la chiesetta e proseguire fino alla casera Nischiuarch incontrando qualche cumulo di neve che lambisce la strada. Un paio di figurine stanno salendo sul soprastante monte Nischiuarch, alla casera breve sosta reintegro liquidi prima di iniziare la lunga discesa verso Uccea sfiorando la casera Polose ed aggirando l'omonimo monte. Il comodissimo sentiero dopo casera Polose entra nel bosco e da lì, e fino al suo esaurirsi sulla pista, richiede in più punti attenzione poiché si devono oltrepassare ammassi di foglie che mascherano il sentiero e grossi faggi a terra di non semplice aggiramento o scavalcamento; molto lavoro è già stato fatto, immagino il più urgente, ma la devastazione è impressionante; lungo rientro al punto di partenza con salita finale. Nel tratto da casera Nischiuarch, oltre ai vecchi bolli rossi, ora sono presenti fiammanti segnavia bianco/rosso e lungo tutto l'anello fan bella mostra nuove tabelle su pali in metallo del Parco delle Prealpi Giulie
  • 18/11/2018 Effettuato oggi solo l’ultima parte di questo anello. Partite alla buon ora da Uccea siamo risalite fino alla chiesetta di Sant’Anna seguendo la strada , poi attraverso la carrareccia ricoperta da abbondante fogliame siamo arrivate nell accogliente casera Nischiuarch per poi ridiscendere attraverso il sentiero da poco segnalato rosso bianco fino al paese, nell’ultimo tratto prima di riaccordarsi con la strada forestale il sentiero è intralciato da grossi faggi caduti non con il recente maltempo, anche se sono superabili a mio parere è un tratto in cui bisogna prestare attenzione.. Mandi
  • 04/06/2018 Percorso ieri l'anello integrale partendo da Uccea per il 732. L'unico tratto ostico si trova poco dopo l'inizio, per cui è meglio il giro antiorario, che in caso di "ripensamenti" permette di ritornare sui propri passi senza eccessivo dispendio di tempo. Tratto ostico principalmente per l'alta vegetazione, che non consente di valutare con precisione l'appoggio del piede laddove il sentiero si fa esposto. Il tutto dura comunque pochi minuti. Da segnalare anche l'uragano che nell'ultimo anno ha devastato l'area tra casera Polose e Uccea, faggi enormi divelti come stuzzicadenti. L'anno scorso a inizio agosto il sentiero era a posto, è possibile quindi che il fortunale sia arrivato pochi giorni dopo, a memoria, ma non ne sono del tutto certo. Comunque un grande lavoro di manutenzione, presumibilmente durato mesi, ha ripulito il sentiero altrimenti assolutamente non agibile.
  • 27/12/2016 26/12/2016-Da sella Carnizza saliti sulla cresta soleggiata fino alla cima del monte Chila dove ci si ferma lungamente al caldo. Escursionisti sul Guarda, sul Sart, a casera Canin. Come già scritto nel mio commento di un anno fa, al ritorno, a sella Nische, il sole tramonta presto dietro lo Zaiavor (circa 14.30); da qui al parcheggio si scende all'ombra. Escursione facile e rilassante su pendenze da mulattiera di guerra con esposizione a sud; sentiero a posto. I pochi minuti dal CAI alla cima del Chila si svolgono su tracce.
  • 09/12/2015 Saliti l'8 dicembre al monte Chila da Sella Carnizza lungo la panoramica cresta che da casera Nische procede a est. La mulattiera militare consente un piacevole progredire. Si vedono escursionisti sul Guarda e sullo Zaiavor. Resti di trincea sulla cima del Chila; mentre sul sentiero, a pochi minuti dalle baite, è presente un bunker con postazione per mitragliatrice risalente alla Guerra fredda. Al ritorno, ai ruderi di casera Nische alle 14.30 tramonta già il sole regalato da questa giornata.
  • 22/10/2015 Percorso ieri 21 ottobre 2015 tutto il percorso, salendo anche le cime del Chila e Stregone, favoloso, spettacolari i colori autunnali dei faggi. Percorso ok, segnalato, niente da rilevare, magari noioso il tratto s. Anna, c.ra Nischiuarch. Bella la discesa per ritornare all'auto, su un alto strato di foglie.
  • 19/10/2015 Ho percorso il 17/10/2015 il sentiero che sale da Uccea a casera Nischiuarch passando per casera Polose. Il sentiero risulta evidente e con frequenti bolli rossi. Tempo di salita 2h20m. Dalla casera si può raggiungere in 20 minuti la cima del monte Nischiuarch e la cannoniera nei pressi della cima con sentiero che traversa il versante meridionale
  • 04/11/2014 Sono salita il 02/11 sul Monte Guarda partendo da Uccea, utilizzando i sentieri 733, poi 731 lungo la dorsale Plagna-Banera-Urazza, infine discesa con il 732 (dal bivio ruderi Casera Chila) che ho trovato ben segnalato ma ripidissimo nella prima parte (salti su zolle erbose, bosco rado), "fino ad uscire allo scoperto su un pendio erboso particolarmente inclinato" dove il sentiero si riduce a traccia o cengia appena accennata, da percorrere con passo sicuro e con la massima attenzione, sconsigliato in caso di terreno bagnato e/o innevato.
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