Una permanenza di qualche giorno nel Parco nazionale dei monti Sibillini, a cavallo tra Umbria e Marche, ci ha permesso di effettuare alcune tra le più belle escursioni della zona. Crinali infiniti, cime arrotondate ma di notevole altezza ed un lago speciale sono gli aspetti che ci sono rimasti più impressi, in un vero e proprio tripudio di fioriture e di luce. La settimana infatti è stata sempre molto assolata.
Avevamo già compiuto una visita diversi anni fa ma nel primo autunno, stagione che regala altre emozioni, come ad esempio le nebbie mattutine sui
piani di Castelluccio e le fioriture di stelle alpine sulla cresta del Redentore.
I rilievi dei monti Sibillini, posti come sono a cavallo tra i due mari, sono esposti spesso a forti venti, fattore che può rivelarsi un ostacolo insormontabile per la stabilità e il camminare in sicurezza.
Questa caratteristica viene descritta nelle cronache storiche di ascensioni di fine ottocento come anche, addirittura, in un testo del 1400. A noi è toccata una brezza leggera e sufficiente a mitigare il caldo precoce di questo giugno.
Diversi da quelli presenti nelle Alpi del nord-est sono i rifugi, come vedremo. La segnaletica dei sentieri ci è apparsa carente, tenuto conto che ci troviamo all'interno di un Parco nazionale. Non che ci si perda, per carità, i sentieri sono ben marcati, ma per sapere in che punto della strada inizia il sentiero o dove portano i bivi, ad esempio, c'è sempre bisogno della carta.
Come sistemazione strategica abbiamo scelto la località di Ussita, nell'hotel omonimo, che si trova al centro delle escursioni che desideravamo compiere e ottimo punto di ristoro dopo l'attività, che come si sa, predispone un buon appetito.