Tra i tanti luoghi simbolo della Grande Guerra sulle Dolomiti, il monte Piana merita un posto di rilievo per le vicende che vi si svolsero e per la presenza di un museo all’aperto. Quello che è oggi un suggestivo paesaggio dolomitico fu uno dei teatri più sanguinosi e statici del fronte orientale. Il numero dei caduti fu impressionante e dovuto in maggior parte alle dure condizioni climatiche. Alla fine nessuno dei due schieramenti ebbe la meglio e due anni di battaglie su un terreno aspro e difficile non portarono sostanzialmente ad alcun cambiamento.
Dedicategli una giornata intera se potete.
01-Il Cristallino di Misurina
02-Il lago di Misurina tra i Cadini e il Popena
Le possibili vie di salita sono molte e distribuite sui diversi versanti e su vari livelli di difficoltà. Punto di partenza della escursione odierna è il lago di Antorno, posto a 1866 metri di quota lungo la strada che conduce al rifugio Auronzo. La giornata è piuttosto fredda ed è già caduta la prima neve e così decidiamo di salire al monte Piana dal suo versante più comodo.
03-Il rifugio Bosi al Monte Piana
04-Il sentiero sul fianco del Monte Piana
05-Sul sentiero di guerra del monte Piana
Lasciata l’auto si imbocca il sentiero che si stacca a sinistra con il segnavia n.122. Con un piacevole falsopiano nel bosco si arriva presto alla forcella Bassa (m 1880) per poi contornare il Col de le Saline. Raggiunta anche la forcella de Medo (m 1908), si inizia finalmente a salire raccordandosi con la stretta rotabile asfaltata che sale al rifugio Bosi. La strada è percorsa in inverno da un servizio di motoslitte e d'estate da un bus navetta: a noi invece spettano ancora un paio di tornanti in aperta visuale per raggiungere il rifugio (m 2205) con la vicina Chiesetta.
06-Traverso sul fianco del monte Piana
07-La Croda Rossa d'Ampezzo con la piana di Carbonin
08-Il gruppo del Cristallo
09-Cime di Lavaredo e Piramide Carducci
10-Trincee sul Monte Piana
Il monte è attraversato da una fitta rete di sentieri che ricalcano gli originari camminamenti di guerra ed ospita un gran numero di fortificazioni, quasi tutte visitabili. Nell’intento di vedere il più possibile, poco sopra il rifugio, tralasciamo il segnavia principale per seguire il sentiero che corre più a sinistra, sull’orlo della montagna. Qualche cavo passamano protegge i punti più esposti e, senza difficoltà, si arriva alla croce di vetta della quota 2324 (la cima italiana). Il panorama è vastissimo come anche il pianoro sommitale al quale il monte deve il nome.
11-Trincee sul Monte Piana
12-Il pianoro sommitale del Monte Piana
13-Il rifugio Auronzo
14-Il Picco di Vallandro e Monte Specie
15-In discesa lungo il vallone dei Castrati
Senza fretta, passando per la piramide Carducci e per i solchi di trincee senza fine, scendiamo velocemente alla forcella dei Castrati (m 2272), la ampia insellatura che separa le due vette del monte. Un vento gelido ci suggerisce di tralasciare la vetta nord (la cima austriaca) per seguire il camminamento che scende verso est (CAI 111), rasentando diversi ingressi di caverne con l’aiuto di qualche attrezzatura. Dal catino sottostante il sentiero inizia a scendere con maggiore decisione verso la Val de Rinbianco confluendo infine a destra nel segnavia n.108. Il tratto finale si svolge lungo la pista inerbita che corre a fianco del rio e che si esaurisce nei pressi della Malga Rinbianco, a pochi minuti dal parcheggio.
Per la descrizione della salita invernale, vedi anche
questo articolo.
16-Il Paterno dalle pendici del Monte Piana
17-Resti di postazioni nel vallone dei Castrati
18-In discesa verso la val de Rinbianco
19-Caverna di guerra lungo il sentiero di discesa
20-Il rio de Rinbianco