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    Cilento - Monte Cervati
BlogSentieriNatura
venerdì 13 ottobre 2017

Monte Cervati da Monte San Giacomo

Il Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano raggiunge il suo punto più alto nella cima del monte Cervati, che è anche la maggiore elevazione della Campania. Sarà una sorpresa anche la particolare corona montuosa che emerge dalla fascia boscata delle quote inferiori. Dalla strada che percorre il Vallo di Diano ci spostiamo all’interno verso il paese di Monte San Giacomo. Da Scario, dove brillava il sole, siamo passati alla fitta nebbia che ricopre la vallata, ma confidiamo nelle previsioni che promettono tempo migliore in quota. L'avvicinamento è piuttosto tortuoso e vi rimandiamo alla mappa per individuare il punto di partenza dove sono presenti comunque alcuni cartelli (Monte Cervati e rifugio Cervati). Accompagnati dal segnavia CAI, entriamo subito all’interno di una faggeta che inizia a vestirsi dei colori dell’autunno.
01-Il tratto iniziale del sentiero per il monte Cervati01-Il tratto iniziale del sentiero per il monte Cervati
La ampia mulattiera sale decisa incontrando dopo poco alcune deviazioni che possono creare qualche incertezza. In ogni caso si arriva alla bella schiarita di Fontana degli Zingari dove le varie tracce si riuniscono. Oltrepassata una ulteriore e luminosa schiarita, con una svolta ci si innesta su una pista più ampia che prende a traversare in falsopiano. La si abbandona ad un tornante per seguire il segnavia che taglia lungo un solco fino ad un ripiano immerso nella faggeta. Ancora una breve salita e si esce sull'ampia radura che ospita il Rifugio Cervati.
02-Faggeta luminosa presso il rifugio Cervati02-Faggeta luminosa presso il rifugio Cervati
03-Il rifugio Cervati al limitare del bosco03-Il rifugio Cervati al limitare del bosco
Puntando al margine opposto della schiarita, camminiamo comodamente sulla cotica erbosa dalla quale emergono alcuni faggi contorti. Dalla località Chiaia Amara si sale ancora per poco compiendo un brusco tornante che ci porta verso il margine superiore della faggeta. Un cartello ci informa che da qui in poi si procederà su “fondo calcareo sconnesso, aspro e sdrucciolevole su strapiombi e balze di calcare”. In realtà il sentiero esce dal bosco e taglia in diagonale un ripido pendio sassoso che si esaurisce presto sul bordo del grande crinale circolare del Monte Cervati. Il panorama si fa ora molto interessante, sia sulle elevazioni che racchiudono il Vallo di Diano, sia sulla grande dolina che scende nel versante opposto. Quest'ultima sembra quasi il fondo di un grande cratere: è coperta da una bassa prateria con piccola pozza di ristagno e accoglie una sparuta colonia di cavalli. Il punto di maggiore elevazione si trova dalla parte opposta della dolina ed è contraddistinto da un pilone. Il cartello CAI indica EE, 45 minuti, per un approccio diretto, ma ci piacerebbe arrivarci assecondando il filo della dorsale in senso orario. Senza percorso obbligato iniziamo quindi a contornare a sinistra la conca, camminando tra fazzoletti erbosi frammisti ad affioramenti segnati dal carsismo. Il terreno non presenta alcuna difficoltà, almeno per noi che di suoli carsici ne abbiamo calcati parecchi lassù al nord-est. Ed è così che mettiamo piede sulla vetta del Monte Cervati a 1899 metri di quota.
04-In vetta al monte Cervati04-In vetta al monte Cervati
05-Il caratteristico paesaggio sommitale del monte Cervati05-Il caratteristico paesaggio sommitale del monte Cervati
Presso il cippo metallico troviamo anche il libro vetta del CAI Salerno che da oggi ha la firma di due escursionisti venuti dal Friuli. Ci sono volute circa due ore e mezza e ora ci concediamo una pausa mentre le nebbie della pianura sono venute a farci visita. Su terreno simile si può completare il periplo, raggiungendo infine la stradella di servizio al santuario di Madonna della Neve e al rifugio Pellegrino che si trova pochi metri prima. Assolutamente da non perdere la visita al belvedere posto a poca distanza dalla Chiesa e affacciato sul versante più selvaggio e roccioso del Monte Cervati. Ancora un comodo tratto di sentiero e ci si ritrova al punto dove abbiamo iniziato l'aggiramento. Intanto, al rifugio Cervati si è acceso il fuoco e le castagne sono già in padella. La struttura è gestita dai ragazzi incontrati lungo la salita che mi mostrano l’edificio e le belle camerette in legno. D’inverno con la neve hanno tra i loro clienti parecchi escursionisti che salgono al Cervati con le ciaspe o con gli sci. Un caffè fumante si beve volentieri prima di completare la discesa.
06-Il belvedere presso il Santuario di Madonna della Neve06-Il belvedere presso il Santuario di Madonna della Neve
07-Panorama dal bordo sommitale del monte Cervati07-Panorama dal bordo sommitale del monte Cervati
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