Avvicinamento
Risalendo la statale 52, immediatamente prima di entrare a Forni di Sotto, imboccare la stradina che si stacca a sinistra dopo il ponte sul torrente Auza. Con un paio di tornanti la rotabile si abbassa rapidamente verso il greto del Tagliamento raggiungendo il ponte Sacrovint dove si lascia l’auto (m 661, piccolo parcheggio, segnavia CAI n.378).
Descrizione
Si inizia a camminare lungo la strada, ora interdetta ai veicoli, innalzandosi sopra il ponte con un paio di ripidi tornanti. Ben presto l’asfalto lascia il posto ad una pista sterrata che prende a risalire ad ampie svolte il Col Chiavrais all’interno di un bosco di
faggio ricco di elementi termofili quali il
carpino nero ed il
pino silvestre. Oltrepassate alcune baite ed un vecchio rudere l’andamento della strada si fa più rettilineo mentre nella vegetazione arborea sembrano prevalere ora le conifere con
abete rosso ed il
larice a cui si associano l’
acero di monte ed il
sorbo degli uccellatori. A quota 1109 la carrareccia incontra una prima radura affacciata sul fondovalle, in corrispondenza di uno stavolo ammodernato. Da qui la strada riprende a salire a strette svolte rasentando alcune banconate rocciose dove la visuale si apre anche sulla
lunga dorsale tra il
Bivera ed il
Tinisa. Ancora una diagonale con buona pendenza e si incontra il bivio che a sinistra scende verso la forcella Voianis. Mantenendo invece la direzione principale ci si tiene a destra compiendo ancora un paio di tornanti e guadagnando la dorsale del Chiavalut, immersa nel bosco di
faggio. Presso una lapide commemorativa (panca e tavolo) la pista si appiana per poi riprendere a salire lungo la dorsale, dapprima evidente poi sempre più indistinta, fino a raggiungere un ampio piazzale tra i
larici (m 1572, cartello sulla sinistra per casera Chiavalut). Si prosegue ancora per poco lungo la pista, in leggera discesa, traversando le pendici orientali della Punta del Mezzodì quindi ci si innesta sulla originaria mulattiera in ambiente sempre più aperto, assecondando alcune propaggini rocciose colonizzate dal
mugo. Dopo un breve tratto in leggero saliscendi il sentiero riprende quota tra radi
larici uscendo infine al margine della
radura di
casera Chiampiuz (m 1696), racchiusa ad ovest dalle Punte del Mezzodì e a sud dalla dorsale che si affaccia sul Canal Grande di Meduna. Bellissima la fioritura di giugno che comprende
anemone alpino,
botton d’oro,
genziana primaticcia e
rododendro nano. La casera, ristrutturata di recente dal
Parco delle Dolomiti Friulane, dispone di una attrezzatura completa comprendente cucina, tavolo, panche, caminetto, impianto di acquedotto con acqua non potabile ed un soppalco dotato di materassi. Anche la vicina stalla è adibita a ricovero ed è costituita da tre stanze con cucina, reti e tavolacci. La dotazione si completa con una fioca illuminazione fornita dai pannelli solari.
Seguendo le indicazioni per la
forca del Mugnol ci si innalza a monte della casera in ambiente aperto tra bassi cespugli. Con pendenza crescente la traccia guadagna il crinale soprastante dove il panorama si apre verso la parte centrale delle Prealpi Carniche. Il sentiero ora prosegue mantenendosi sul filo di cresta o aggirando sulla sinistra alcune elevazioni. Con aereo percorso ci si affaccia di tanto in tanto sul profondo solco del Canal Grande di Meduna che da qui si può osservare in tutto il suo sviluppo. Facendo attenzione alle ripidissime pale erbose che scendono sulla destra si cala ad uno stretto intaglio dove ha inizio la parte più impegnativa. Si tralascia infatti la prosecuzione del segnavia CAI n.378 che scende ripidamente nel vallone di sinistra per poi traversare verso la forcella di Naiarda, e si prosegue lungo la evidente crestina che si innalza verso la vetta del
Cimon di Agar. Questa è inizialmente invasa dai mughi e costringe a traversare con attenzione il ripidissimo pendio sulla destra. Più in alto, per zolle erbose, si raggiunge la base di un piccolo canalino detritico nei pressi del quale si sviluppa un autentico giardino alpestre dove crescono il
ranuncolo ibrido ed il
ranuncolo alpestre assieme alla preziosa
primula di Wulfen. Si risale il canalino con cautela ma senza particolari difficoltà raggiungendo una aerea antecima rocciosa. Ancora un breve tratto di cresta tra i
mughi e si perviene alla piccola vetta del
Cimon di Agar (m 1932). Bello ed inconsueto il
panorama che si apre da questo solitario punto di osservazione. Dopo essere ritornati all’intaglio presso l’inizio della cresta non ci resta che seguire il medesimo itinerario.
Avvertenze
Possibili varianti per chiudere l'escursione in modo diverso prevedono rientri lunghi, possibili difficoltà di percorrenza o necessità di predisporre una seconda vettura. La prosecuzione lungo il segnavia CAI n.378 verso casera Naiarduzza, casera Venchiereit e
passo Rest richiede ancora diverse ore di cammino e prevede la presenza di un secondo automezzo al passo. La discesa da casera Naiarduzza lungo il segnavia CAI n.383 potrebbe presentare difficoltà di percorrenza sul costone sopra il rio Secco. Anche la discesa da
forcella Chiampiuz attraverso il vallone del rio Peschis si svolge per tracce poco visibili ed è consigliabile solo se in compagnia di persone pratiche del luogo. Si raccomanda in ogni caso si rivolgersi alla sezione CAI di Forni di Sotto oppure al Parco delle Dolomiti Friulane per notizie aggiornate sullo stato di tali sentieri.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri del Vento