L'anello che oggi percorreremo ci porta a visitare le coste nordorientali dell’Elba, un settore tra quelli meno antropizzati dell'intera isola. Punto di partenza è il villaggio di Nisportino, raggiungibile tramite una stretta e tortuosa rotabile. In autunno il borgo, evidentemente sede di residenze per vacanze, è completamente abbandonato e silenzioso e l'atmosfera è surreale. Ci avviciniamo alla spiaggia, anch’essa oggi solitaria: si tratta di una breve lingua di ciottoli che attraversiamo velocemente mirando alla estremità opposta.
01-La spiaggia di Nisportino
Qui i segnavia CAI ci portano all'inizio del sentiero che si avvia su scalinate in legno. Si sale in maniera decisa portandosi in breve sopra Punta delle Casette. E' il caso di fermarsi ogni tanto per osservare il panorama alle nostre spalle sulle insenature della costa e sul mare, solcato dai traghetti che fanno la spola con la terraferma.
02-La Punta delle Casette
Solo più in alto la pendenza si attenua ed inizia un gradevole traverso tra lecci e corbezzoli che termina presso un evidente costone. Da questa quota c'è ora da perdere tutto il dislivello guadagnato per scendere alla successiva cala dei Mangani. La possiamo osservare già da qui, nelle aperture tra la vegetazione.
03-Nella macchia sopra le scogliere
04-Discesa verso Cala dei Mangani
Usciti dalla boscaglia ci si trova presso una zona erosa di rocce rossastre e friabili che richiedono ora maggiore attenzione. Seguendo i recenti segnavia CAI, scendiamo così lungo il solco di un ruscellamento arrivando alla baia dei Mangani, piccola, raccolta e silenziosa. Oggi, giornata ventosa, la cala è al riparo dalle raffiche e le onde raggiungono i piccoli ciottoli della riva con increspature quasi invisibili.
06-Punta dei Mangani
05-Cala dei Mangani
07-Particolare della Cala dei Mangani
All'estremità opposta della spiaggia si ritrova il segnavia CAI che ora ci invita a salire ripidamente su terreno sconnesso. Solo più in alto si rientra nel bosco di lecci presso un costone oltre il quale si scollina leggermente per andare ad intersecare il Fosso del Vignolo. Ancora una breve risalita e ci si trova presso un tornante dove arriva anche il tracciato della GTE. Lo si segue a destra lungo una linea elettrica iniziando il tratto intermedio del nostro anello. In leggera salita, incontrando terrazzamenti e vecchi edifici disabitati si arriva nei pressi delle case Nardella che si lasciano sulla destra. Da qui in poi il sentiero, via via più aperto, asseconda le anse del monte Lecciolo e del monte Serra offrendo invero poche possibilità di spaziare con la vista. Con un'ultima risalita si raggiunge il punto più elevato della escursione (Aia di Cacio, m 305, punto di sosta con panchina) dove ritroviamo la strada asfaltata e dove abbandoniamo definitivamente la GTE che riprende a salire verso il
monte Strega. Non resta ora che imboccare la pista che scende a destra, tenendosi quasi parallela alla strada asfaltata. Il rientro avviene all'interno nel bosco, a svolte, dapprima comodamente, poi con pendenza sempre maggiore fino a giungere alle prime case di Nisportino e alla strada asfaltata che ci riporterà esattamente al punto di partenza.
08-La quota delle Pietre Rosse che da' il nome all'anello