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    Anello del Monte Falchia
    Alpi Carniche
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    Anello del Monte Falchia
    Alpi Carniche
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SentieriNatura
I percorsi di SentieriNatura

Anello del Monte Falchia

Avvicinamento

Da Tolmezzo si imbocca la statale n.52 seguendo il corso del Tagliamento fino a giungere a Villa Santina. Alla rotonda si seguono le indicazioni per Ovaro fino al bivio a sinistra per Raveo. Poco oltre questo, sulla destra, si individua la strada senza uscita che porta alla località Sot Clap (m 411, parcheggio nello spiazzo della ciclabile).

Descrizione

Imboccata la stradina di Sot Clap, la si lascia dopo pochi metri per seguire il sentiero che si stacca subito a sinistra. Passando sopra le reti paramassi, si procede in diagonale nel rado bosco tra le saponarie e i bassi arbusti del citiso rosso e dell'emero. Il sentiero stenta ad allontanarsi dai rumori della statale, ma in compenso ci regala qualche bella visuale sulla confluenza tra il Degano e il Tagliamento. Più in alto si oltrepassa un'ancona e, con qualche svolta, si percorre una aerea rampa che termina sul bordo inferiore del ripiano di Avaglio. Qui il sentiero si dissolve nel prato, ma procedendo diritti verso una abitazione, si ritrova facilmente la pista che serve il casolare. Tramite questa, che nel frattempo è diventata cementata, si risale tra macchie boscate e ampie radure, via via più panoramiche, fino al cimitero di Avaglio (m 687, fonte). Percorsa anche la stretta rotabile che sale al paese, ci si porta alla piazzetta di fronte alla Chiesa dove inizia la parte circolare della nostra escursione. Imboccata la strada per Arvenis, Claupa, Tarlessa (cartello), la si segue fino al civico 92 per poi piegare a destra. Si continua per poco lungo la strada principale deviando poi ancora a destra sulla viuzza con ancona. Al successivo ed ultimo bivio, ci si tiene a destra sulla pista sterrata che passa accanto al civico 109. Il primo tratto è molto panoramico e conviene soffermarsi prima di rientrare nella boscaglia ancora punteggiata dalle pervinche e dall'anemone a tre foglie. Tralasciando le diramazioni secondarie, si procede in una salita gradevole e scandita dalla presenza di numerose ancone. Si giunge così al crocevia sul costone orientale del monte Falchia dove si trova anche la bellissima radura degli stavoli Paluchianis (m 964). La nostra direzione ora è a sinistra per Tarlessa e Val, ma attenzione, dopo poco, ad abbandonare la pista che inizia a scendere per imboccare la mulattiera che sale a sinistra presso la sbarra. Da questo punto in poi procediamo su un bel sentiero che si inoltra nella faggeta del monte Falchia, rimontando con qualche svolta fino ad una forestale. La si segue a destra traversando nel bosco fino ad una curva oltre la quale la pista inizia a scendere. Qui la si abbandona per seguire il solco della valletta che conduce in pochi minuti ai miseri resti degli stavoli Daur Falchia (m 1161). Si prosegue in salita nel corridoio di noccioli fino alla poco evidente insellatura posta tra le due cime del monte Falchia. La visita alla cima avviene sulla direzione indicata da alcuni segnavia CAI che in pochi minuti portano alla quota 1254 (croce di ferro, visuale molto limitata). Tornati alla sella si procede lungo un tratturo che asseconda alcune ondulazioni boscate. All'innesto con una pista più marcata ci si tiene a destra iniziando la discesa che porta alla bella radura di Tarlessa, punteggiata di stavoli. Raggiunta anche la stretta rotabile che sale da Trava, la si segue a sinistra in discesa iniziando un lungo e piacevole traverso immerso nel bosco di faggio. All'uscita da questo, presso la curva che aggira le pendici del monte Ronchiais, prestate attenzione alla traccia che si stacca sulla destra. E' il sentiero che conduce in breve alla spalla del monte Cerantonis (m 1097, tavolo e panca) dove ci riconciliamo con il panorama. Nonostante la modesta quota, infatti, da qui si apre una inaspettata ed ampia visuale sulla valle del Tagliamento e sui gruppi montuosi che la racchiudono a meridione. Dopo la piccola soddisfazione di una vetta con tanto di croce, si riprende la strada asfaltata che ci riporterà al punto di partenza. Al bivio dopo la marcata curva potete decidere se scendere direttamente a sinistra verso Avaglio oppure se proseguire diritti includendo nella escursione anche la visita alla chiesa della Madonna di Trava e alle Fontane di Trava a doppio arco.

Avvertenze

L'escursione descritta non presenta alcuna difficoltà ma può essere complicata da seguire viste le numerose deviazioni necessarie e la mancanza di indicazioni. Cercate di seguire la descrizione e fate buon uso del tracciato che correda la scheda.
Escursione
Mese consigliato
Aprile
Carta Tabacco
013
Dislivello
800
Lunghezza Km
14
Altitudine min
411
Altitudine max
1254
Tempi
Dati aggiornati al
2016
I vostri commenti
  • 21/03/2022 Il 20 marzo 2022 abbiamo percorso l itinerario proposto da Sentieri Natura, partendo pero dalla chiesa di Avaglio. Come indicato nella guida, il sentiero in condizioni normali � facile e privo di difficolta, a parte la necessita di porre attenzione ai numerosi bivi; oggi qualche piccolo grattacapo ce l ha dato solo la neve, ancora presente in discreta quantita sul versante nord del Falchia. Notevole il panorama dal Cerantonis, assolutamente da non mancare! In fase di rientro ad Avaglio, abbiamo utilmente usufruito della variante suggerita nel precedente commento di Francesca, evitando cosi un buon pezzo di asfalto. Abbiamo completato la breve escursione con una visita alla chiesetta della Madonna di Trava: � chiusa, ma nella finestra di destra � stato ricavato uno spioncino, dal quale si riesce a vedere bene l interno, molto ben curato, con l altare principale attorno al quale si scorgono numerosi ex voto, un altare laterale e una bella Madonna affrescata sulla volta. Mandi a tutti!
  • 01/02/2018 Percorso l'anello del monte Falchia in senso antiorario come descritto, partendo però da Avaglio anzichè Villa Santina. La relazione di Sentierinatura è risultata utilissima per questo tipo di itinerario, trovato parzialmente innevato e segnalato, ci ha rassicurati sulla esatta direzione da seguire nei tratti in cui il sentiero era occultato dal manto bianco.Sulla forestale, prima della deviazione per i ruderi Daur Falchia, un imponente albero schiantandosi al suolo, ha trascinato con sè altre tre piante: noi lo abbiamo superato risalendo il pendio a monte, facendo attenzione a non scivolare nella neve ormai sfatta.Poco dopo un altro faggio strappato dalla furia degli elementi, ma in questo caso si riesce a passare sotto attraverso un varco.Il tratto coi noccioli dopo i ruderi Daur Falchia, trovato un pò malagevole, a causa del discreto spessore della neve residua e del groviglio di rami inchiodati a terra. Lo abbiamo evitato bypassandolo a sinistra, entrando e riuscendo brevemente dalla pineta adiacente.Proseguendo ancora avanti, ci si imbatte nei segnavia orizzontali sugli alberi, che non sono quelli ufficiali del CAI, ma va bene lo stesso, perchè seguendoli fedelmente si raggiunge la cima del Falchia, caratterizzata da una croce in ferro, che è in realtà una vetusta croce commemorativa.Il tratturo dopo l'insellatura non era visibile causa copertura nevosa, quindi siamo scesi per il pendio verso settentrione alla radura sottostante e vicina alla pista nel bosco.Per evitare un tratto di asfalto, dopo il monte Cerantonis, suggerisco di imboccare l'evidente e comodo sentiero nella faggeta, transitante poco sotto rispetto lo st.lo Crignes: giunti ad un'ancona (sx), si scende con alcune svolte verso meridione fino a sbucare sulla rotabile che si attraversa in corrispondenza di una croce, dalla quale si scende ad una clapadoria che conduce ai prati di Avaglio, dopo aver intersecato ancora una volta la rotabile. 28/01/18
  • 03/03/2017 Come l’anello del Cretis, l’incipit non è quello che t’aspetti dal fondovalle, a due passi da Villa Santina. Le eriche in fiore esaltano i colori e richiamano a se ogni raggio del sole. Tanta pietra per un troi che da subito regale ampie boccate di panorama verso le cime imbiancate a sud-ovest. Le saluto una ad una, allungando lo sguardo fino al Cimon d’Agar. Le nuvole si danno ad una gioia bizzarra, ben più lisergica quella che abbonda allo stali di Crystal. Il vocabolo kitsch qui assume un valore totalmente diverso, esondando dal dizionario ed assurgendo all’ennesima potenza. Passino le indicazioni per Mosca, Parigi o Nimis (fra l’altro tutte nella stessa direzione) ma sono i dettagli a spaventarti. Dalle belle creazioni artistiche come le libellule, ai cestini lilla sui prati, le bottiglie di vetro colorate a testa in giù, rami da cui penzolano grappoli di bottiglie di plastica, con altrettanti fiori di plastica ad ornare dei vasi, diversi avvisi di videosorveglianza, calimeri attaccati alle bocchette della canna fumaria, ringraziamenti per i furti subiti, fino al cartello del Parco delle Prealpi Giulie portato da chissà dove, un elenco che potrebbe continuare per righe e righe. Ad Avaglio incontriamo tre donne del posto, una offre alle altre delle caramelle (gentilezza o premonizione?), poi, presa la mulattiera, compare la prima cartina. La classica verde-eucaliptolo. Che fai la lasci a terra? Ma due passi due ed un’altra esce dalla neve e poi un’altra ed un’altra ancora. Durante la giornata fungeranno da segnavia. Ne incontreremo, senza esagerare, oltre la cinquantina. Più che domandarti se non abbian messo in scena una trasposizione saccarotica di Pollicino, ti chiedi quando apparirà il compulsivo divoratore, disteso a terra in uno stato comatoso indotto dal quintale di edulcoranti deglutiti. Tra l’altro con una costanza che va talmente oltre il concepibile da entrare nel leggendario. Già immagino la statua al centro del paese, la foto col diploma del Guinness dei primati e l’orgoglio a stento trattenuto con la bocca che rumina, coperta dal vociare degli applausi generali. Avaglio, capitale dell’eucalipto, altro che lavanda di Venzone! E giù di sagre, installazioni artistiche, bambole fatte con involucri riciclati e chi più ne ha... Dopo l’enigmatico gambero simbolo di Damâr ecco i peluche del famoso Koala di Avaglio! Giunti ai resti dei Daûr Falchia non individuiamo il corridoio nocciolesco. Tutto è bianco e intonso. Saliamo in libertà verso la cresta, sprofondando nella neve madida. Poi il candore dell’oasi di Tarlessa con un cielo che mima il suo manto, grazie alle nuvole che non trattengono la luce. Deviazione obbligata sul Cerantonis ad osservare i vascelli vaporosi, incagliati proprio sopra l’iceberg del Verzegnis. Riprenderanno la loro navigazione solo quando raggiungeremo Avaglio, allungando la strada per una mulattiera cantilenante, o meglio, verdeggiante grazie al ruminar scortese. Era ovvio che le antiche horror-stories (in questo caso di Perrault), spacciate come fiabe per bambini, avessero dilapidato di traumi le fanciullezze tutte, ma i segnavia di Pollicino, quantomeno risultavano compostabili... (07.02.2017)
  • 12/06/2016 Visto il meteo incerto (soleggiato al mattino, ma un po’ di pioggia è poi caduta verso le 13:30) ho scelto questa facile escursione. Non proprio esaltante (troppo piste sterrate e rotabili asfaltate), ma neppure banale, con un dislivello superiore agli 800 metri ed uno sviluppo chilometrico non indifferente. Per la partenza, superare il bivio sulla sx per Raveo e proseguire dritti per un centinaio di metri; sulla dx un cartello indica Loc. Sot Clap. Ad Avaglio; superata l’ancona affiancata da un grande roseto a forma di cuore, s’intraprende una strada sterrata che va seguita lungamente tralasciando tutte le deviazioni, fino all’incrocio in prossimità della bella radura degli stavoli Paluchianis. Presa a sx l’indicazione per Tarlessa e Val, si abbandona presto la pista per risalire a sx una mulattiera (indicazione Tarlessa presso una sbarra). Risalita lungamente una faggeta su terreno reso scivoloso dalle abbondanti piogge, si sbuca su una pista inerbita che va seguita a dx fino ad una curva, dove la pista inizia a scendere la si abbandona per prendere una traccia che risale sulla sx; questa risulta a tratti compromessa dalla percorrenza di moto fuoristrada. Superata la modesta radura degli stavoli Daur Falchia, si prosegue fino ad incontrare un grande abete sul quale sono tracciati due contrassegni CAI; da qui si risale a sx seguendo i SV CAI senza alcuna evidente traccia (il posto pare poco frequentato). Ridiscesi dalla cima alla selletta si prosegue a sx per alcune centinaia di metri fino a sbucare su una bella pista che si prende a scendere a dx. Ad un bivio (privo di segnalazioni) si prosegue mantenendo la sx, fino alla radura di Tarlessa. Si prosegue a sx lungo la strada bianca fino a sbucare sulla stretta rotabile asfaltata che si prende in discesa a sx. Dopo la breve deviazione alla spalla del M.te Cerantonis (merita), si prosegue la discesa per la rotabile asfaltata che va abbandonata ad un incrocio (privo di segnalazioni), per scendere a sx, sempre per rotabile asfaltata, fino ad incontrare una tabella che ci guida ad Avaglio lungo una vecchia (e trascurata) mulattiera, sbucando esattamente davanti l’ancona con roseto. Da Avaglio si segue lo stesso percorso della salita. Buone camminate a tutti. Bepi (Cividale).
  • 07/06/2016 Percorso perfetto per le mezze stagioni o con meteo incerto e la perfetta relazione non lascia spazio a dubbi di percorrenza. In realtà oggi faceva caldo, e caldo umido anche nel bosco per cui sgranocchiato con calma questi 14 km di vecchi sentieri di collegamento; dimenticati ben presto i rumori della strada mi sono lasciata trasportare dai piedi mentre gli occhi curiosavano cercando qualcosa di particolare, i vecchi e nuovi cartelli in legno indicanti le varie mete, la sorpresa dell'erba appena sfalciata così che è impossibile sbagliare la direzione, il curioso Stali di Crystal con le utilissime indicazioni chilometriche, e poi le fioriture, le fragoline.... Ad Avaglio passo accanto alla Cjase dal Cuc; poi, dove l'ancona, salendo, non è così tanto visibile, una signora bagna le rose, mi osserva e si dice contenta che finalmente c'è il sole..e anch'io...Salita tranquilla fino a poco prima di Paluchianis, all'altezza della vecchia presa dell'acquedotto a sinistra un paio di cinghialetti attraversano in perfetto silenzio da destra a sinistra e salgono nel bosco,neanche un grugnito né un rumore di stecchi, guardo giù e c'è una famigliola, silenziosissima, che grufola, salgo rapidamente qualche decina di metri in attesa di vederla passare; niente, dopo qualche minuto mi rassegno al mancato incontro; nel corridoio di noccioli che conduce all'insellatura del monte Falchia un elegante capriolo salta via, e poi null'altro. Segnavia ben visibili conducono alla cima del monte Falchia, conviene seguirli a vista per evitare di divagare nella boscaglia e occorre cercare a terra la piccola croce in ferro, per poco la mancavo; per la discesa ho seguito le freschissime frecce rosse con la scritta VETTA e così ho bypassato la selletta ritrovandomi un poco più a valle sulla pista di Tarlessa, lì tripudio di botton d'oro, prati curatissimi, canto di grilli e lungo la stretta via asfaltata salita al Cerantonis, tutto sfalciato anche lì, panca all'ombra, croce e panorama. In breve nuovamente ad Avaglio dove in piazza fervono i preparativi di un week end in festa.
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    01/02/2018 Crocevia segnalato presso gli st.li Plauchianis. 28/01/18
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