Avvicinamento
Lungo la statale che da Tolmezzo conduce alle Terme di Arta, giunti all’altezza della frazione di Cadunea, si devia sulla destra per via Nassivera raggiungendo subito la piazzetta del paese dedicata ai caduti per la Libertà (m 397, piccolo parcheggio).
Descrizione
Dal parcheggio si sale verso la Casa dei Canonici (via degli Alpini) imboccando, pochi metri dopo, una mulattiera lastricata e gradinata che si inerpica sulla sinistra (Via Castello). Al primo bivio ci si tiene ancora a sinistra lasciando l'altra direzione per il ritorno. Oltrepassata l’ultima abitazione, si arriva in breve ad una piccola schiarita con ancona dove un cartello in legno (Ravit, Rio Derchia, Rinch) ci rassicura sulla direzione intrapresa. Inizia quindi un piacevole traverso su una comoda mulattiera all’interno di un tunnel di
noccioli. Il sottobosco di maggio vede ancora l’
anemone e le prime fioriture della velenosa
uva di volpe. Si oltrepassano alcuni ruderi e numerosi resti di terrazzamenti raggiungendo poi un ripido costone che il sentiero supera con una rampa un poco esposta ma protetta da un vecchio passamano in metallo. La breve salita si conclude in corrispondenza di un’altra ancona oltre la quale il sentiero prende a scendere moderatamente. Nel bosco misto, ora meno ombroso, fioriscono la
consolida femmina, l'
ortica falsa maggiore, il
mughetto e la
dentaria a cinque foglie. Più in basso ci si immette in una mulattiera più ampia che proviene da sinistra e che riprende a traversare verso il vallone del rio Derchia, il cui rumore si inizia ora distintamente a percepire. Oltrepassato un vecchio rudere, si affianca il corso del torrente, rimanendo qualche metro sopra alla forra che in questo punto appare molto scavata ed incassata. Dopo alcuni guadi (saranno cinque in tutto), in ambiente suggestivo ed appartato, un cartello indica a sinistra la direzione per
Rinch. Da qui fino alla dorsale superiore la distanza è breve ma il sentiero è poco marcato ed occorre salire cercando di individuare l'originario percorso. Una volta raggiunta la dorsale la traccia si fa decisamente migliore proseguendo ora lungo il filo di un bosco a prevalenza di
pino nero ed
orniello ma già compaiono i primi
faggi sul versante più fresco. Oltrepassato un crocifisso la traccia affianca sulla sinistra un profondo dirupo sul quale si protendono i rami di un vecchio mugo. Il sentiero riprende a salire per un breve tratto ed esce infine su terreno più aperto. E' il momento di una breve pausa per osservare il panorama che si è aperto alle nostre spalle, incentrato sull'abitato di Cabia e sul monte Dauda. Ancora pochi metri e si raggiunge il
panoramico ripiano di
Rinch (m 800) che appare all’improvviso dietro una svolta, disegnato sullo sfondo del monte Sernio.
Si attraversa il
piccolo abitato circondato da ampi pendii erbosi ricoperti di
botton d’oro e disseminati a primavera di alberi in fiore, continuando poi sulla pista di servizio. Giunti ad un bivio si tralascia la direzione principale per seguire la carrareccia che si stacca a destra (sbarra). Lungo lo sterrato nelle pozze temporanee che si formano dopo abbondanti piogge è facile osservare il
tritone alpino e l’
ululone dal ventre giallo. Dopo circa 5 minuti di cammino, si tralascia la recente pista forestale in favore di un sentiero che si diparte sulla destra (attenzione, non vi sono indicazioni). Il sentiero, inizialmente marcato, prende a salire in diagonale nel bosco di faggio rimanendo poi qualche metro al di sotto di un costone. Raggiunto il ciglio si prende consapevolezza del profondo dirupo esistente sul versante opposto (attenzione a non sporgersi). Ancora qualche metro e ci si ritrova ad incrociare un segnavia CAI. A destra vi è la possibilità di scendere direttamente verso gli
stavoli Mignezza (utile in caso si voglia abbreviare l’itinerario) mentre noi proseguiamo diritti in direzione di
malga Oltreviso. Si procede per un tratto quasi rettilineo, affiancando a sinistra un solco torrentizio oltre il quale si sviluppa un bosco di conifere. Subito dopo il sentiero si impenna e risale fino ad una selletta che rappresenta il punto più alto della escursione (m 1062). Poco più sotto, al limitare di un prato invaso da rovi e sterpaglie, sorge
malga Oltreviso (m 1050) in stato di completo abbandono.
Dalla malga, seguendo rade segnalazioni, si scende nella direzione opposta a quella di arrivo percorrendo una vallecola boscata fino a confluire su una recente pista forestale. La si segue in discesa piegando poi a destra in corrispondenza di un cartello CAI (segnavia n.411 per Imponzo) Nuovamente su sentiero, si perde quota velocemente lungo una dorsale immersa nella faggeta calando poi sul greto del rio Mignezza nei pressi di una briglia. La prosecuzione si trova qualche metro a monte, sull'opposto versante, dove un sentierino risale a svolte uscendo su un pendio prativo che ospita alcune abitazioni. Si scende ora lungo questo fino ad arrivare all’inizio del grande ripiano erboso che ospita gli
stavoli Mignezza (m 882). Da qui il segnavia CAI prosegue verso ovest tagliando in diagonale le boscose pendici del monte Cimons. Intorno a quota 720 il sentiero confluisce nella pista forestale di recente apertura che una volta ultimata dovrebbe salire fino a Mignezza. In corrispondenza di una marcata curva si potranno notare a sinistra i segnavia CAI del sentiero che scende direttamente ad Imponzo. Noi invece ci teniamo ancora sulla strada che, oltre la sbarra, si fa asfaltata e con una ulteriore ansa va a dirigersi verso un grande complesso zootecnico. Poco prima di questo si piega sulla destra affiancando i resti di un rudere da cui ha origine un sentierino lastricato che scende direttamente a Cadunea.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri del Silenzio