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    Anello delle malghe di Lateis
    Alpi Carniche
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SentieriNatura
I percorsi di SentieriNaturaU12

Anello delle malghe di Lateis

Avvicinamento

Dalla strada che costeggia il lago di Sauris si imbocca la deviazione che sale alla frazione di Lateis dove è consigliabile informarsi sulla percorribilità del tratto successivo. Oltrepassate le case più a monte si prosegue lungo la rotabile che si fa ora assai più stretta, trasformandosi ben presto in carrareccia. Si traversano le pendici del monte Olbe poi, oltrepassato il rio Temberle, si giunge al guado sul rio Pieltinis dopo il quale si parcheggia (m 1343, piccolo spiazzo, punto di sosta attrezzato).

Descrizione

Si inizia l’escursione imboccando la pista che dal parcheggio scende moderatamente lungo la sinistra orografica del torrente. Dopo un paio di guadi la strada asseconda ancora il corso del rio Pieltinis riportandosi fin quasi sotto la forca Frumeibn. Da qui la pista si affaccia sul vallone del torrente Novarza verso il quale prende a scendere con decisione. In breve si giunge al punto più basso dell’escursione (m 1090) in corrispondenza di una comoda passerella che ci consente di attraversare il greto principale. A questo punto la pista segue l’andamento della valle che si piega ad arco verso destra contornando alla base le pendici del monte Campo. Si cammina piacevolmente all’interno del bosco di fondovalle punteggiato a giugno dalle fioriture della falsa ortica maggiore, del ranuncolo bianco e della sassifraga stellata. Dopo un primo guado cementato si giunge ad un bivio dove si lascia a sinistra la deviazione che conduce in pochi minuti ai resti della casera Cercenati di Losa. Il nostro itinerario prosegue invece lungo la pista principale che dopo un ultimo guado piega decisamente a destra inoltrandosi nel vallone del rio di Monteriu. Si esce a poco a poco dalla vegetazione arborea incontrando radure sempre più ampie, invase dal botton d’oro e dal veratro. Ad una biforcazione in corrispondenza del primo tornante si tralascia per il momento la strada principale per proseguire diritti in un rado lariceto. In moderata salita con alcune svolte si raggiunge così la casera Monteriu (m 1542). L'edificio principale è aperto e dispone di una grande stanza con cucina economica ed un piano superiore dove si trovano alcuni letti con materasso. Ritornati sui propri passi fino al tornante, si prosegue a salire nella direzione opposta raggiungendo con una marcata ansa il ripiano erboso di casera Valuta (m 1557), in via di completa ristrutturazione. Nei pressi una piccola pozza ospita una numerosa colonia di tritoni alpini mentre il pascolo circostante si ricopre all’inizio dell’estate di una spettacolare fioritura di botton d’oro. Si sale ora in diagonale verso sinistra e con un paio di svolte cementate si perviene alla insellatura ove sorge casera Forchia (m 1760), anch'essa aperta e dotata di una ampia stanza con panche, tavolo, cucina economica e caminetto. La forcella è un autentico crocevia di direzioni poiché è traversata dal sentiero CAI n.235 che raggiunge il Col Gentile, dalla pista forestale che proviene dal passo della Forcella nonché dalla strada che abbiamo utilizzato per salire fin qui. Raggiunta l’estremità orientale della nostra escursione iniziamo quindi a chiudere l’anello imboccando la strada che sale in diagonale verso sinistra in direzione di casera Losa (segnavia CAI n.220). Dopo un breve tratto di salita si tocca il punto più alto a quota 1800 circa poi ci si affaccia sul vallone del rio Losa iniziando il lungo traverso che ci condurrà all’ultima meta. Tra pendii ricoperti di ontano e rododendro ferrugineo ci si può soffermare ad ammirare dall’alto quasi tutto il percorso finora compiuto. Dopo avere assecondato un valloncello si giunge infine alla conca di casera Losa (m 1765).
Dalla casera si imbocca la pista di servizio che traversa ancora lungamente quasi in quota le pendici del monte Val Boaria e del monte Novarza. Con pendenza più decisa si raggiunge quindi il bivio con la strada che sale alle casere Gerona e Pieltinis che si lascia sulla destra. Ancora poco più di un chilometro su asfalto e ci si riporta esattamente al punto di partenza.

Variante alla cima del monte Losa (E)

Da casera Losa vi è l’opportunità di compiere una breve deviazione su sentiero non segnato per raggiungere la panoramica vetta del monte Losa. In questo caso si imbocca la mulattiera inerbita che passa accanto al grande abbeveratoio. La si segue tenendosi sulla destra fino ad intersecare una buona traccia che raggiunge in breve il filo della dorsale. Ora sul versante della val Pesarina si passa accanto ad un affioramento roccioso dove fioriscono il rododendro nano, il geo montano, la genziana primaticcia e gli immancabili anemoni alpini. Si giunge così alla base del pendio erboso sommitale punteggiato dalla fioritura della genziana di Koch che si supera agevolmente sulla facile cresta guadagnando la piccola vetta del monte Losa (m 1953, vasto panorama).

Avvertenze

Il percorso, svolgendosi interamente su piste forestali, si può definire di tipo turistico ma attenzione al ragguardevole sviluppo chilometrico.

Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume I Sentieri dell'Uomo
Sentieri CAI
Escursione
Mese consigliato
Giugno
Carta Tabacco
02
Dislivello
800
Lunghezza Km
18,9
Altitudine min
1090
Altitudine max
1776
Tempi
Dati aggiornati al
2006
I vostri commenti
  • 20/08/2020 Finalmente sono riuscito a fare questa escursione, dopo tanto che cercavo l'occasione giusta. La strada è indubbiamente lunga (!) però tutta su strada sterrata facilmente percorribile. In alcuni tratti la pendenza è ragguardevole, soprattutto nel tratto subito dopo casera Valuta e quello dopo casera Forchia. Di maggiore impegno la salita al monte Losa (ma comunque non impossibile), impegno ripagato dalla incredibile vista, sia sulla Val Pesarina che sulla valle delle malghe. Considerando il caldo di Agosto, abbiamo iniziato a camminare all'alba, ma tutto sommato anche a metà giornata la calura era sopportabile, a parte nel tratto erboso che porta al monte Losa
  • 26/10/2016 Ho effettuato la pria parte della escursione il 23/10 raggiungendo casera Monteriu e da lì casera Campo, dove si può ammirare un larice secolare, di età stimata pari a 500 anni. Il tempo indicativo per raggiungere casera Campo è di circa 2h45m. Confermo come ha scritto Laura la difficoltà di guadare il torrente Novarza. Ho inserito una foto della casera Campo e una del larice secolare.
  • 27/07/2015 Fatto domenica 26 luglio 2015. Bel giro, piuttosto lungo (una ventina di km per circa 6 ore di cammino!) e con diversi saliscendi (si inizia con una perdita di quota di 250 metri), ma con dislivello complessivo comunque contenuto entro i 900 metri. Si svolge interamente su pista forestale, in qualche tratto anche cementata e asfaltata, il che risulta un po’ monotono, specie nel primo tratto, quello di fondovalle. Poi la strada sale, la visuale si apre, e il percorso diventa notevolmente più piacevole ed interessante. Splendidi esemplari di larice tra Casera Monteriu e Casera Forchia. 23 mucche al pascolo a Casera Monteriu, la simpaticissima gestrice ce le ha indicate una per una chiamandole per nome. Attorno a Casera Valuta abbiamo trovato invece un bel gregge di capre, di nuovo tante mucche sugli ampi pascoli di Losa, mentre più avanti i ripidi prati a sinistra della strada erano letteralmente invasi da un gregge di circa un migliaio (!!!) di pecore, con tanto di pastore “armato” di cellulare hi-tech. Purtroppo nel tratto da Casera Forchia in poi abbiamo incrociato diverse auto, pick-up, motociclette, persino un quad. Rispetto alla relazione di SN, segnalo:1) la stradina oltre Lateis (circa 3 km) è stretta, ma comunque percorribile con l’auto senza problemi; per metà circa è anche asfaltata, poi si svolge su fondo naturale, fare un po’ di attenzione nell’attraversamento di piccoli guadi;2) La “comoda passerella” per il primo attraversamento del torrente Novarza non esiste più; in cambio di acqua ce n’era parecchia, in quanto alimentata anche dai temporali della nottata. Noi siamo riusciti ad attraversare cercando un passaggio più a monte e saltando da un sasso all’altro in modo un po’ avventuroso, a posteriori sarebbe stato meglio rassegnarsi a togliere scarponi e calzettoni, guadando sul passaggio carrozzabile. Abbiamo trovato altri tre guadi anche più su, tuttavia erano decisamente più stretti e non ci hanno dato eccessivi problemi (utili i bastoncini per un miglior appoggio!). 3) Volendo allungare di circa 40 minuti il giro, con 80 metri di dislivello in più, da Casera Monteriu (m. 1542) si può fare una puntata a Casera Campo (m. 1623), dove ci hanno detto che fa bella mostra di sé un larice centenario, uno degli esemplari più vecchi e più grandi della regione.
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