Avvicinamento
Dalla strada che costeggia il
lago di Sauris si imbocca la deviazione che sale alla frazione di Lateis dove è consigliabile informarsi sulla percorribilità del tratto successivo. Oltrepassate le case più a monte si prosegue lungo la rotabile che si fa ora assai più stretta, trasformandosi ben presto in carrareccia. Si traversano le pendici del monte Olbe poi, oltrepassato il rio Temberle, si giunge al guado sul rio Pieltinis dopo il quale si parcheggia (m 1343, piccolo spiazzo, punto di sosta attrezzato).
Descrizione
Si inizia l’escursione imboccando la pista che dal parcheggio scende moderatamente lungo la sinistra orografica del torrente. Dopo un paio di guadi la strada asseconda ancora il corso del rio Pieltinis riportandosi fin quasi sotto la forca Frumeibn. Da qui la pista si affaccia sul vallone del torrente Novarza verso il quale prende a scendere con decisione. In breve si giunge al punto più basso dell’escursione (m 1090) in corrispondenza di una comoda passerella che ci consente di attraversare il greto principale. A questo punto la pista segue l’andamento della valle che si piega ad arco verso destra contornando alla base le pendici del monte Campo. Si cammina piacevolmente all’interno del bosco di fondovalle punteggiato a giugno dalle fioriture della
falsa ortica maggiore, del
ranuncolo bianco e della sassifraga stellata. Dopo un primo guado cementato si giunge ad un bivio dove si lascia a sinistra la deviazione che conduce in pochi minuti ai resti della casera Cercenati di Losa. Il nostro itinerario prosegue invece lungo la pista principale che dopo un ultimo guado piega decisamente a destra inoltrandosi nel vallone del rio di Monteriu. Si esce a poco a poco dalla vegetazione arborea incontrando radure sempre più ampie, invase dal
botton d’oro e dal
veratro. Ad una biforcazione in corrispondenza del primo tornante si tralascia per il momento la strada principale per proseguire diritti in un rado
lariceto. In moderata salita con alcune svolte si raggiunge così la
casera Monteriu (m 1542). L'edificio principale è aperto e dispone di una grande stanza con cucina economica ed un piano superiore dove si trovano alcuni letti con materasso.
Ritornati sui propri passi fino al tornante, si prosegue a salire nella direzione opposta raggiungendo con una marcata ansa il ripiano erboso di
casera Valuta (m 1557), in via di completa ristrutturazione. Nei pressi una piccola pozza ospita una numerosa colonia di
tritoni alpini mentre il pascolo circostante si ricopre all’inizio dell’estate di una spettacolare fioritura di
botton d’oro. Si sale ora in diagonale verso sinistra e con un paio di svolte cementate si perviene alla insellatura ove sorge
casera Forchia (m 1760), anch'essa aperta e dotata di una ampia stanza con panche, tavolo, cucina economica e caminetto. La forcella è un autentico crocevia di direzioni poiché è traversata dal sentiero CAI n.235 che raggiunge il
Col Gentile, dalla pista forestale che proviene dal
passo della Forcella nonché dalla strada che abbiamo utilizzato per salire fin qui. Raggiunta l’estremità orientale della nostra escursione iniziamo quindi a chiudere l’anello imboccando la strada che sale in diagonale verso sinistra in direzione di
casera Losa (segnavia CAI n.220). Dopo un breve tratto di salita si tocca il punto più alto a quota 1800 circa poi ci si affaccia sul vallone del rio Losa iniziando il lungo traverso che ci condurrà all’ultima meta. Tra pendii ricoperti di
ontano e
rododendro ferrugineo ci si può soffermare ad ammirare dall’alto quasi tutto il percorso finora compiuto. Dopo avere assecondato un valloncello si giunge infine alla conca di
casera Losa (m 1765).
Dalla casera si imbocca la pista di servizio che traversa ancora lungamente quasi in quota le pendici del
monte Val Boaria e del
monte Novarza. Con pendenza più decisa si raggiunge quindi il bivio con la strada che sale alle casere
Gerona e
Pieltinis che si lascia sulla destra. Ancora poco più di un chilometro su asfalto e ci si riporta esattamente al punto di partenza.
Variante alla cima del monte Losa (E)
Da
casera Losa vi è l’opportunità di compiere una breve deviazione su sentiero non segnato per raggiungere la panoramica vetta del
monte Losa. In questo caso si imbocca la mulattiera inerbita che passa accanto al grande abbeveratoio. La si segue tenendosi sulla destra fino ad intersecare una buona traccia che raggiunge in breve il filo della dorsale. Ora sul versante della
val Pesarina si passa accanto ad un affioramento roccioso dove fioriscono il
rododendro nano, il
geo montano, la
genziana primaticcia e gli immancabili
anemoni alpini. Si giunge così alla base del pendio erboso sommitale punteggiato dalla fioritura della
genziana di Koch che si supera agevolmente sulla facile cresta guadagnando la piccola vetta del
monte Losa (m 1953,
vasto panorama).
Avvertenze
Il percorso, svolgendosi interamente su piste forestali, si può definire di tipo turistico ma attenzione al ragguardevole sviluppo chilometrico.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri dell'Uomo