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    Anello della Forca del Cridola dal Passo della Mauria
    Prealpi Carniche
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SentieriNatura
I percorsi di SentieriNaturaR14

Anello della Forca del Cridola dal Passo della Mauria

Avvicinamento

Da Tolmezzo si risale la valle del Tagliamento lungo la statale 52, toccando alcuni dei principali centri abitati della Carnia quali Villa Santina, Ampezzo e Forni di Sotto. Giunti a Forni di Sopra si oltrepassa il centro abitato proseguendo poi per il Passo della Mauria (m 1298, comodo parcheggio a sinistra presso la casa cantoniera).

Descrizione

Lasciata l’auto ci si dirige verso l’ampio spiazzo in fondo al quale hanno inizio i due segnavia CAI che utilizzeremo per questa escursione circolare (cartelli): il n.341 è quello che conduce al rifugio Giaf in modo più diretto, ma noi imbocchiamo invece il n.348, quello più a destra, diretto a forcella Fossiana. Il sentiero inizia a salire moderatamente dapprima nel bosco e quindi attraversando un ampio pendio di mughi. Al termine di questo si piega bruscamente a destra per risalire in modo assai più deciso a ridosso di una costa boscata. Dopo averla superata si prosegue in diagonale con pendenza sempre marcata affacciandosi sul Vallò dei Cadorini dove l’ambiente muta radicalmente. Tenendosi alti sopra il vallone si tagliano a destra alcune ripide balze rocciose colonizzate dai mughi (breve canalino attrezzato). Si traversa un ghiaione per portarsi alla base di una rampa friabile che si supera facilmente con l’aiuto del passamano. Ancora un breve strappo tra i mughi e si raggiunge il tratto intermedio del vallone dove il terreno si fa decisamente più agevole. Con un buon sentiero si sale ora tra baranci, fazzoletti erbosi e lingue di ghiaia, portandosi progressivamente verso l’altro lato del vallone. Più avanti si entra in una specie di solco naturale rinserrato tra alti mughi che in breve conduce alla base di un grande ghiaione punteggiato dagli ultimi larici. Qui una serie di ometti e qualche bollo rosso ci invitano a riprendere la salita in direzione di un grande macigno con segnavia. Dopo averlo aggirato, si piega a sinistra, verso forcella Fossiana, cercando di salire dove il terreno è meno friabile. L’operazione riesce fino nei pressi di uno sperone oltre il quale le ghiaie si fanno molto mobili rendendo faticoso il successivo tratto. Più in alto il terreno migliora e, quasi in falsopiano, tra roccette e fazzoletti verdi si guadagna il piccolo intaglio di forcella Fossiana (m 1967). Dal passo la vista si apre sul Vallonut di Forni, ma conviene proseguire ancora qualche minuto per arrivare ad una crestina assai panoramica dove possiamo rifiatare. Dal belvedere si taglia a sinistra traversando in quota le ripide pendici del Nodo di Tor in parte ricoperte dai mughi fino ad innestarsi sul segnavia n.340 che utilizzeremo poi in discesa. Ora invece ci attende un incassato e ripido canale che va risalito interamente su terreno instabile, tenendosi a ridosso delle pareti di sinistra. La comparsa di qualche cuscinetto verde coincide con l’improvvisa uscita su un panoramico intaglio posto nei pressi di due grandi gendarmi rocciosi. Tenendosi ora sulla destra, si contorna il bellissimo cadino sospeso che discende dalla forca del Cridola a cui si perviene in ultimo per fazzoletti erbosi (m 2176).
Il segnavia CAI n.340 prosegue nel lato opposto verso il bivacco Vaccari, ben visibile poco più in basso, ma noi invece invertiamo la marcia ritornando alla base del ripido canalino detritico. Seguendo alcune indicazioni sulle rocce si prosegue a franare lungo le ghiaie piegando a destra non appena il terreno lo consente. In leggera discesa, su terreno migliore, si contorna tutta la parte alta del Vallonut di Forni proseguendo poi per balze ondulate tra i pascoli sassosi e i primi alberi. Oltrepassato uno spigolo, il sentiero traversa in quota le pendici del Coston del Boschet assecondando una serie di piccole rientranze che ci regalano sempre nuove visuali. Con una leggera risalita nel rado bosco si arriva nei pressi della vetta del monte Boschet (m 1706) dove ci si innesta in discesa sull'Anello di Bianchi. Con una serie di panoramiche svolte (belvedere) e poi in diagonale ci si raccorda con il segnavia CAI n.346 e tramite questo si arriva in breve al rifugio Giaf (m 1400). Dal retro dell'edificio si imbocca ora il segnavia CAI n.341 che si allontana verso est traversando nuovamente le pendici del monte Boschet con un tracciato particolarmente ampio e comodo. In bella visuale sulla valle di Forni si esce su terreno più aperto intersecando un ghiaione che ha eroso il versante. Dopo un tratto a mezza costa il sentiero rientra nel bosco iniziando a scendere con pendenza crescente verso il greto del torrente Fossiana del quale si inizia a percepire il rumore. Si arriva così al guado (m 1187) che rappresenta il punto più basso della escursione che si supera senza problemi ritrovando sull'altra sponda il segnavia con le indicazioni a sinistra per il Passo della Mauria. Si riprende a salire nel bosco con alcune svolte per andare successivamente ad intersecare una serie di ripide coste boscate lungo quello che è il confine del Parco delle Dolomiti Friulane. Ci si affaccia così anche sull'alveo del rio La Tor, ultimo punto di interesse di questa lunga escursione che prosegue oltre il rio, ancora per un tratto su sentiero per poi trasformarsi nella ampia mulattiera che riporta esattamente al punto di partenza.

Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume I Sentieri della Rupe
Sentieri CAI
Escursione
Mese consigliato
Luglio
Carta Tabacco
02
Dislivello
1200
Lunghezza Km
13,6
Altitudine min
1187
Altitudine max
2176
Tempi
Dati aggiornati al
2010
I vostri commenti
  • 03/07/2021 Il parcheggio al passo della Mauria è deserto, nonostante sia sabato e questo mi fa ben sperare. La salita fino alla forcella Fossiana è piuttosto faticosa, e presenta anche un paio di passaggi dove bisogna arrampicarsi su roccette (lo spezzone di corda aiuta un poco). Poco sotto la forcella il terreno è coperto di ghiaie e detriti e non offre un buon appoggio per la ripida salita. Le vere difficoltà arrivano poco dopo con il canalino detritico che porta alla Forca del Cridola; meglio tenersi sulla sinistra, dove le rocce laterali offrono un po' di presa per le mani e dove è meno probabile essere colpiti dai sassi smossi dagli altri escursionisti. Da qui in poi infatti si trovano un po' di esseri umani, tutti saliti dal rifugio Giaf. Superato il canalino, dopo un primo cavo metallico, ne troviamo un secondo, ma lì il sentiero è franato e non si passa... tocca spostarsi di un paio di metri a sinistra dove una ripida e debole traccia ci offre un'alternativa; bisogna fare però molta attenzione a non scivolare nel canale sottostante. Spettacolare il panorama alla Forca; lì trovo anche un paio di 'runners' genovesi, che stanno gareggiando per il Dolomiti Ultra Trail. Tornato sui miei passi, e sceso il canalino detritico, dopo qualche metro in direzione del Giaf perdo il sentiero, che non è più visibile tra i mughi... dopo qualche manovra lo ritrovo e da lì in poi il percorso si fa semplice; al Giaf c'è un sacco di gente ai tavoli. Si continua per il sentiero, in buono stato, e ottimamente segnalato, anche nei punti in cui attraversa un paio di greti di torrenti. In conclusione, non esiterei a riqualificare questa escursione come EE, considerata la difficoltà della salita alla Forca.
  • 27/07/2016 Percorso oggi l'anello come da descrizione, non ci sono problemi da segnalare, tutti i sentieri sono in buono stato e ben segnalati.
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