Avvicinamento
Percorrendo la strada statale n.464, nel tratto compreso tra Spilimbergo e Maniago, giunti all'altezza di Sequals, si imbocca la statale n.552 che porta in circa 8 km all'abitato di Meduno. In corrispondenza della Piazza della Chiesa si piega a destra, salendo con una serie di ampi tornanti fino alla Forchia di Meduno (m 634, comodo parcheggio presso la chiesetta degli Alpini).
Descrizione
Dal crocevia del passo, tra le diverse direzioni possibili, si prende la pista forestale interdetta al traffico che si allontana verso nord. Questa sale in falsopiano tenendosi poco sopra il solco di una fresca valletta punteggiata di
ellebori e
bucaneve. La pendenza è minima tanto che la successiva insellatura di Forchia Chiarandeit (m 677) è solo di poco più alta rispetto al punto di partenza. Al trivio della sella ci si tiene sulla pista principale, quella più a sinistra, chiusa da una sbarra. Ben presto ha inizio l'aggiramento del versante settentrionale del
monte Chiarandeit che qui è coperto dalla boscaglia. Solo una percorrenza invernale consente di intravedere la valle di Campone e la
val Tramontina con una parte del
lago di Redona. Presso l'unico tornante superiamo le stalle Cereis (m 911), posizionate su un panoramico pendio dove finalmente la vista si apre verso ovest. In lieve discesa, la pista raggiunge la ampia insellatura che separa il
monte Chiarandeit dall'altopiano del
Cereis. La radura ospita una piccola pozza di alpeggio con la vicina stalla Del Bianco (m 912) mentre attorno a noi i primi tepori hanno dato inizio alle fioriture di
scilla,
epatica e
farferugine. Qui, sulla sinistra (nord) rispetto alla direzione di arrivo, possiamo cercare la traccia che conduce in cima al Chiarandeit (piccolo ometto). Il sentierino è ripido, ma si lascia seguire senza particolari problemi fino alla boscosa
vetta (m 1079). Il pendio sottostante è invece completamente libero e offre un discreto panorama.
Ritornati sui propri passi fino alla pista, la seguiamo nella sua iniziale discesa tenendoci poi a sinistra al successivo bivio. Ci inoltriamo ora in leggera salita nell'altopiano del
monte Cereis, immerso nel bosco e caratterizzato da un paesaggio ondulato, ricco di avvallamenti e doline. Tralasciata a sinistra una prima diramazione si arriva al quadrivio di Ciucula dove si prende la pista di sinistra e la si segue fino alla sua conclusione. Ancora pochi minuti su sentiero e si esce sulla piccola radura triangolare che si trova nei pressi del punto di maggiore elevazione del
monte Cereis (m 961). La traccia che abbiamo imboccato, da qui scende ora direttamente alla Forchia di Meduno e può rappresentare una veloce alternativa di rientro. Noi invece ci riportiamo al quadrivio per proseguire il nostro anello che ora passa poco sopra malga De Stefano (m 930) con la sua pozza di alpeggio (possibilità di vedere i
rospi in riproduzione a inizio stagione). La pista scende tra le sculture carsiche ricoperte dal bosco di
faggio dove possiamo cercare le fioriture del
cipollaccio giallo, mimetizzate nella lettiera. Alla biforcazione ci teniamo a sinistra calando a piccole svolte fino a sfiorare la stalla Quas (m 835) ed infine giungere in località Crist dove la pista termina. La prosecuzione è su un sentiero che in diagonale arriva ad un panoramico pulpito protetto da staccionata e affacciato sulle ripidissime pendici che cadono verso il fondovalle. Seguendo la stessa direzione si tagliano le pendici ricoperte dalla boscaglia con percorso stretto ma abbastanza marcato. Ancora una ripida discesa ed arriviamo al borgo Del Bianco (m 497) dove si conclude la parte più impegnativa del rientro. Meritevole di una visita, prima di proseguire, il belvedere degli Alpini con bella visuale sulla valle del Meduna. Non resta ora che uscire dalle ultime case del borgo e completare l'aggiramento del
monte Cereis lungo il comodo sentiero che, in leggera salita, riguadagna la Forchia di Meduno.
Avvertenze
Nel reticolo di piste e sentieri del
Chiarandeit e del
Cereis può tornare assai utile l'uso della traccia gps allegata alla presente descrizione.